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Roma. Presidio sul litorale contro speculazione e lavoro nero

Un presidio di domenica mattina, sfidando il sole cocente e il “giorno di riposo”, per denunciare le privatizzazioni che da anni invadono il litorale romano, il degrado in cui versano le poche spiagge libere rimaste e le condizioni di sfruttamento a cui sono costretti i lavoratori del settore stagionale.

Così gli attivisti della Federazione del Sociale – Usb hanno caratterizzato la mattinata di denuncia, in cui sono intervenuti in sostengo anche i giovani di Noi Restiamo, gli studenti di Osa e i militanti di Potere al Popolo!.

Che il mare sia stato letteralmente rubato ai romani è storia nota, basta farsi una passeggiata per il lungomare di Ostia per comprendere quanto spazio sia stato lasciato alla speculazione privata, di fatto impedendo quasi ogni tipo di accesso alla spiaggia che non sia tramite, e quindi a guadagno, degli stabilimenti privati.

Quelle che sono ancora libere invece versano in un stato di generale degrado, figlio di precise non-scelte politiche da parte delle amministrazioni di tutti i colori degli ultimi anni, che nulla hanno fatto per assicurare ai romani una domenica di mare senza dover spendere un patrimonio nelle spiagge organizzate.

Non solo denunce, ma anche proposte concrete sono fuoriuscite da “microfono e cassa” piazzati all’entrata di una delle spiagge libere, riassunte nello slogan scritto sullo striscione «Spiagge libere, gestione pubblica, lavoro per tutti».

Per ulteriori informazioni, riportiamo di seguito il comunicato rilasciato dalla Federazione del Sociale – Usb, e alcuni scatti della giornata.

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Il litorale di Ostia è un litorale quasi totalmente cementificato, dove pochi soggetti privati da anni generano grandi guadagni, lavoro nero, sfruttato e malpagato, e servizi di bassa qualità. Quelle poche spiagge ancora libere dalla speculazione e dunque in mano pubblica, versano invece in uno stato di abbandono, costringendo i romani a godersi una domenica di mare ai prezzi carissimi fissati dagli stabilimenti.

È questa la denuncia mossa ieri mattina dal litorale da una delle poche spiagge libere di Ostia, dove assieme a 50 attivisti e militanti di Osa, Noi Restiamo e Potere al Popolo!, abbiamo voluto alzare l’attenzione sulle mancanze che quest’amministrazione e quelle precedenti hanno dimostrato nella gestione di un “bene comune”, come deve essere considerato il mare e le sue spiagge.

A nostro avviso invece il mare che bagna il Comune di Roma potrebbe essere una grande risorsa. Con un pubblico di prossimità di 3 milioni di persone, il litorale potrebbe rappresentare un modello di turismo eco-socio-sostenibile attraverso una gestione pubblica centralizzata, garantendo occupazione sia ad alta che a bassa qualificazione, servizi di qualità e accessibili, sostenibilità ambientale e al contempo mettere fuori gioco gli interessi criminali che da decenni strangolano il litorale.

Il mare di Roma deve tornare accessibile a tutti gli abitanti della città!

SPIAGGE LIBERE! GESTIONE PUBBLICA! LAVORO PER TUTTI!

Federazione del Sociale – Usb

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