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Albano. Centinaia di antifascisti in piazza contro Salvini

Centinaia di persone sono scese in piazza oggi ad Albano Laziale per una manifestazione antifascista contro la venuta di Salvini. A ricevere il truce capo della Lega solo una cinquantina di persone protette dai blindati della polizia.

Il corteo antifascista per le strade di Albano

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Qui il comunicato di Potere al Popolo dei Castelli Romani

Ci risiamo! Sembra che alla fine di agosto i Castelli Romani divengano particolarmente attrattivi per certi personaggi. E così oggi, come facemmo due anni fa a Rocca di Papa, ci ritroviamo a dover ribadire che nei nostri territori i fascisti non hanno nessuna possibilità di dimora.

Una vera scocciatura, o meglio “UNA ROTTURA DE COJONI” come ben sintetizzò un antifascista dei Castelli in occasione del tentativo di strumentalizzazione da parte dei fascistelli di Forza Nuova e CasaPound dell’arrivo a Rocca di Papa dei migranti della Diciotti.

Una rottura de cojoni tanto più che questa volta, sullo sfondo di una campagna elettorale dai contorni noiosi e avvilenti, ad arrivare ad Albano è Salvini in persona, un personaggio ormai giunto al capolinea della sua parabola politica, se non fosse tenuto in vita dalle vicissitudini giudiziarie che lo riguardano e dai suoi ancora in auge famigerati decreti sicurezza che nessuno ancora si è preso la briga di abrogare.

E già! perché se Salvini si distingue per essere il fomentatore di odio quale è, c’è anche chi si è messo sul solco delle sue infami politiche (se non addirittura ne ha spianato la strada) e oggi scende in piazza armato di un antifascismo di facciata per soli fini elettorali.

Giovedì 27 agosto saremo nelle nostre strade e nelle nostre piazze a ribadire che noi i fascisti a casa nostra non li vogliamo. Che i nostri fratelli sono gli ultimi e gli sfruttati di ogni angolo della terra. Che nella nostra visione di città, di territorio, di mondo non c’è spazio per l’odio verso i più deboli, ma che sappiamo odiare sia chi si arricchisce impoverendo gli altri, e sia chi fomenta la guerra tra poveri.

È proprio una rottura de cojoni.

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