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La corruzione della Polizia municipale di Roma

Ieri (lunedì, ndr) in quaranta minuti il programma “Report” ha scoperchiato un vaso di pandora: la corruzione del corpo di polizia municipale di Roma Capitale.

Dall’inchiesta emerge un quadro di corruzione sistemica e diffuse pratiche di estorsione ai danni dei ristoratori, aggiustamenti dietro pagamento di mazzette di abusi edilizi, intimidazioni e violenze, e persino la durissima accusa di connivenza di alcuni vigili con gli imprenditori Salvatore Mercuri e Giovanni Pagliaro in odore di ndrangheta.

A integrare il quadro le parole del giudice della sezione Misure Prevenzione, Guglielmo Muntoni, che afferma che tutt’ora quando è lo Stato a gestire un locale confiscato questo viene bombardati di controlli anche per minuzie, mentre i locali in mano alla mafia vengono lasciati fare.

Alcuni comandanti come Mario de Sclavis del V gruppo Prenestino, se ne inventano di tutte pur di fare soldi. Persino costituire una società con lo scopo di agevolare le case cinematografiche nell’ottenere permessi per girare scene di film e fiction. Controllore e controllato che, praticamente, si autorizzano a vicenda!

Chi tiene le redini del corpo è l’ex comandante generale, e attuale capo dei vigili dell’EUR, Angelo Giuliani su cui gravano ancora le accuse di concussione, mentre si è prescritta l’accusa di corruzione, insieme al fidato Stefano Napoli, ex capo del 1 nucleo quando venne azzerato per corruzione, vennero trasferiti tutti tranne lui, il capo.

Quest’ultimo è stato nominato comandante generale in estate al posto dello “sceriffo” Antonio di Maggio, congedato con tutti gli onori dalla sindaca Raggi nonostante fosse noto per i suoi metodi violenti e il vizio di mettere mano alla pistola quando di fronte si è trovato occupanti e povera gente.

Il duo Giuliano-Napoli viene fuori dalle intercettazioni, si sentono regolarmente per intercedere per gli amici come il presidente della regione Abruzzo Marsilio, in quota Fratelli d’Italia, per agevolare qualche pratica o per favorire qualche consigliere di municipio. In effetti, questi soggetti incarnano benissimo l’idea politica della destra: prendersela con i deboli essere coinvolti in affari loschi.

Ma anche il PD emerge come una forza totalmente compromessa con questo reticolo di potere, tanto che dall’inchiesta giornalistica viene fuori come il partito romano avesse dato ordine al gruppo operativo di Trastevere di pedinare e diffondere informazioni sull’ex sindaco Marino. Un vero e proprio uso politico della polizia municipale!

Insomma un sistema marcio e corrotto che deve essere rovesciato. Roma non più può essere governata con queste logiche di malaffare che la pervadono fino nel midollo. Ci aspettiamo le dimissioni immediate del capo dei vigili Napoli, e di tutti i dirigenti coinvolti.

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1 Commento


  • Gian claudio

    Certezza della pena, sequestro beni, licenziamento ,interdizione perpetua dalla pubblica amministrazione.

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