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Nel Lazio vogliamo chiarezza sul piano vaccinale! Manifestazione all’ASL RM2

Il Comitato Popolare per la Sanità Pubblica ha convocato una manifestazione per mercoledi 14 aprile davanti alla Direzione Generale della ASL RM2 in via Brighenti. Qui di seguito la lettera che verrà consegnata mercoledi:

Dallo scoppio dell’emergenza epidemiologica da Covid19 abbiamo assistito ad un cambio di passo nella narrazione delle problematiche legate alla sanità e alla gestione delle problematiche ad essa legate che vive un doppio paradosso. Siamo nel Paese che, in piena pandemia, si affida ad un Sistema sanitario che scopre, incredibilmente, indebolito e privo di risorse, subendo devastanti tagli alla spesa e vedendo crescere e prosperare il corrispettivo privato.

Siamo nel paese che si stupisce della carenza di personale e strutture adeguate, che supplica il supporto di volontari, che mette a rischio i medici e gli operatori per la carenza di dispositivi utili, ma che bussa alla porta della sanità privata, non per requisire quanto necessario e doveroso, ma unicamente per garantire l’accrescimento di profitti sciacallando sulla crisi dei tamponi e delle prestazioni sanitarie.

Siamo nella Regione e sotto l’amministrazione politica, quella di Zingaretti, che ha smantellato più d’altri la sanità pubblica, smobilitando presidi sanitari di importanza fondamentale a livello territoriale, come il Forlanini, il San Giacomo e Villa Tiburtina, e il blocco delle assunzioni dal commissariamento a cui non sono seguite assunzioni (non attuando il piano per il triennio 2020-2022).

Quell’amministrazione Zingaretti che, ha nominato alla Direzione della sanità laziale un ex dirigente di Confindustria, per portare a termine il progetto di privatizzazione; quell’amministrazione che non ha mai incentivato le ASL territoriali e le USCA, queste ultime ancora in situazione di stasi con di grave ritardo nell’attivazione, anche per la mancanza di personale infermieristico che la Regione Lazio continua a non assumere a tempo indeterminato.

Ed è in questo contesto di incapacità, per sciente volontà politica, di gestione della pandemia, dapprima nel controllo dei contagi ed effettuazione dei tamponi, in seguito per la garanzia dei posti letto e prestazioni ambulatoriali necessarie ai pazienti Covid e non, che si colloca l’attuale fase di totale caos riguardo il piano di vaccinazioni.

Emerge infatti chiaramente che la curva del contagio ha difficoltà ad invertire la tendenza poichè il piano di vaccinazioni, colmo di criticità ed ambiguità, procede a rilento: ad oggi è aperta la possibilità di prenotazione della somministrazione vaccinale per i soggetti di età superiore ai 64 anni, quando al contempo risultano ancora inspiegabilmente esclusi dalla stessa una fetta importante di soggetti a causa di disservizi e saturazione del sistema. E’ evidente che il “galoppo” al cui passo procede la Regione Lazio nell’apertura degli accessi vaccinali è solo propagandistico!

Drammatico è infatti il caso dei soggetti non deambulanti, possibilmente i più fragili, necessitanti di somministrazione domiciliare, per la quale è evidente che manchi qualsiasi piano in merito (come è chiaramente emerso dalle dichiarazioni di D’Amato) e si proceda a tentoni e con sistemi inadeguati e colpevolmente a rilento, poichè saturi ed inaccessibili. Si pongono così a rischio, nel Lazio come in tutta Italia, proprio i soggetti più a rischio e che necessiterebbero di maggiore priorità e maggiori attenzioni.

Allo stesso modo manca un piano adeguato per il recupero delle dosi di vaccino in disavanzo, andando ogni giorno a perdere preziosi dosi vaccinali.

In ultima istanza, ma certamente non meno rilevante, è la questione inerente la gestione dei centri vaccinali: mettendo da parte la fantasiosa narrazione che vede la Regione Lazio come punta di diamante della campagna vaccinale, non sono rari casi di assembramenti e file al di fuori dei centri di somministrazione che, invece, dovrebbero garantire la sicurezza dei soggetti fragili ed esposti che vi convergono.

Allo stesso modo si sconta una carenza di spazi e personale addetto unicamente all’osservazione, e all’intervento in caso di emergenza, dei soggetti appena vaccinati: questi ultimi infatti sono costretti a sostare al di fuori delle strutture (o, talvolta, addirittura all’interno del proprio veicolo) per un tempo ridotto ed insufficiente all’effettiva osservazione (15′ a fronte dei 30′ minimi necessari), con gravi rischi derivanti da possibili reazioni avverse al vaccino che potrebbero non trovare personale a disposizione per un intervento di pronto soccorso.

Tutto ciò a discapito dei vaccinati, ovvero le categorie più fragili ed esposte proprio ai maggiori rischi.

Necessario sarebbe dunque comprendere come si ha intenzione di venire incontro a delle emergenti esigenze di questa tipologia, quale sia il reale piano che si intende attivare, che ruolo avranno le USCA nella somministrazione delle vaccinazioni e quale invece le cooperative; ma è fondamentale comprendere anche come si intende incentivare il sistema di prenotazione e smistamento, ad oggi totalmente inadeguato e privo di assistenza per coloro che non hanno ai mezzi informatici, poichè, a differenza del CUP, non è attivo il servizio di prenotazione per via telefonica.

Cristalline sono le cause di tale inadeguatezza del Sistema sanitario regionale: carenza di presidi sanitari, carenza di personale, carenza di dispositivi e strumentazione. Carenza di investimenti ed incentivi.

Preoccupante è lo scenario che, dunque, ivi si prospetta in vista della più importante ed onerosa campagna vaccinale di massa che dovrebbe prendere il via di qui a breve: da un lato assistiamo ad una drammatica e continua volontà di sobbarcare di lavoro e responsabilità i medici di base ed il personale (il Ministro Speranza ha apertamente dichiarato che darà la “possibilità” agli infermieri spendersi nella campagna vaccinale anche al di fuori dell’orario di servizio), ed un criminale coinvolgimento di soggetti privati, unicamente miranti al profitto come i padroni delle cooperative, o privi di regole adeguate in merito come le farmacie (che non dovrebbero effettuare vaccinazioni senza la vigilanza e responsabilità del medico).

A fronteggiare la pandemia ci stiamo dunque trovando soli perché le forze politiche e di governo non hanno intenzione di effettuare un cambio di passo e di anteporre gli interessi collettivi a quelli privati!

Come realtà territoriali stiamo ricevendo tantissime denunce da parte di cittadini che sono abbandonati dal servizio sanitario e che non riescono, nonostante siano aventi diritto, ad avere accesso al vaccino per la tutela della loro salute e dei loro cari. Non lo accettiamo, non lo accettano tutti coloro che ogni giorno rischiano il contagio e la vita. Non lo accettano tutti coloro che hanno subito le conseguenze della malagestione sanitaria a proprio discapito o di un proprio parente.

Pertanto, crediamo sia fondamentale conoscere:

– quale sia, se ci sia (e su questo nutriamo forti dubbi), il piano di vaccinazione della Regione Lazio per i soggetti estremamente vulnerabili e vulnerabili, per i soggetti non deambulanti e, in futuro, per la vaccinazione di massa;

– il numero (e la percentuale) dei vaccinati per ciascuna fascia di età e per le categorie fragili sul territorio.

– quali saranno gli investimenti e i potenziamenti previsti che si effettueranno sul sistema di gestione, prenotazione e somministrazione delle dosi vaccinali;

– quale sia e quale sarà il ruolo dei presidi territoriali e quale invece quello dei soggetti privati

Vogliamo risposte! Per questo chiediamo come primo passo un incontro alla Direzione Generale dell’ASL RM2 al fine di poter portare le istanze raccolte dal Comitato attivo in questi mesi e poter prender conoscenza delle informazioni su esposte, ad oggi totalmente oscure.”

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