Alla vigilia del voto il Presidente del Consiglio Draghi ha evocato un convitato di pietra su Roma: L’Expo 2030. Sollecitato sin dal 2020 dalla Confindustria e poi condiviso dal “poker dei quattro” per le elezioni a Roma, l’Expo è stato gettato sul tavolo per animare fantasie, appetiti e chiacchiere.
“Se vediamo l’esperienza dell’Expo di Milano del 2015 vediamo i debiti e i buchi rifilate alle casse pubbliche da quell’evento” afferma Elisabetta Canitano candidata sindaca per Potere al Popolo. “I visitatori furono meno di quelli previsti, i soldi pubblici spesi il doppio di quelli previsti e poi i debiti e i padiglioni vuoti sono rimasti sul groppone dell’amministrazione comunale”.
“E’ ossessiva e suicida questa idea che lo sviluppo di Roma si regga sull’eccezionalità degli eventi (il Giubileo nel 2025, l’Expo nel 2030) perché l’esperienza sul campo dimostra che non è così” sottolinea Elisabetta Canitano. “I grandi eventi possono essere aggiuntivi e non sostitutivi di un progetto di sviluppo economico/sociale di Roma. Per questo Potere al Popolo parla di Città Pubblica e rovesciamento di priorità. L’Expo che hanno in testa Draghi, Confindustria e il poker dei quattro è una rinnovata ed enorme concessione agli appetiti di prenditori e speculatori privati. Roma ha bisogno di tutto ma non di questo” denuncia la candidata sindaca di Potere al Popolo.
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