Il tour delle periferie di militanti, attivisti e simpatizzanti di Unione Popolare ieri ha attraversato le difficili – e troppo spesso dimenticate dal resto della politica – strade di Tor Bella Monaca.
Lo ha fatto con un piccolo e combattivo corteo partito e finito a largo Mengaroni, dove poi è stato organizzato un rinfresco popolare, per testimoniare ancora una volta la rabbia di un pezzo di città che non si vuole adeguare alla guerra voluta da tutti i partiti oggi presenti in Parlamento, ma che si abbatte prima di tutto sui portafogli degli abitanti delle periferie.
Il gesto simbolo, che scommettiamo sarà un tormentone di un autunno che dal punto di vista delle lotte sociali si prospetta caldissimo, è stato il dare fuoco a una bolletta gigante in piazza, “accesa” da Beatrice Gamberini, Maria Vittoria Molinari e Alessandra Stefanini, tre donne “senza paura” attiviste di Potere al Popolo e candidate con Unione Popolare nei Collegi di Roma.
Il carovita è ovviamente il tema centrale delle varie tappe che Unione Popolare ha portato nelle periferie della capitale, lontane dalla “città-vetrina della Ztl” tanto care agli indecenti politicanti di oggi, che in periferia si vedono solo, se tutto va bene, in campagna elettorale.
Potere al Popolo e Unione Popolare invece non hanno bisogno di espedienti per farsi vedere nei quartieri più difficili di Roma.
Questo perché nelle loro formazioni sono presenti coloro che tutti i giorni fanno attività sul territorio, che si battono per un mondo migliore lontano dalla ribalta dei grandi salotti della tv, che lottano per una casa per tutti, per la manutenzione dell’edilizia pubblica, per il lavoro, per il salario minimo e l’estensione del Reddito di Cittadinanza.
Il popolo che Unione Popolare vuole unire è proprio quello delle periferie, dei precari, delle nuove generazioni a cui pandemia e guerra “promettono” di rubare il futuro, come ha sottolineato con rabbia la giovane Giulia al microfono dalla piazza.
Unione Popolare a Tor Bella Monaca si è rivolta a chi con sempre maggiore difficoltà riuscirà a mettere insieme il pranzo con la cena, in dei mesi che, complice il governo pro Nato e Unione Europea (ossia in appoggio alla guerra) che la destra di prepara a designare, non promettono nulla di buono, tra rincari di gas, luce, benzina, pane e chissà cos’altro.
Oggi si replica e si chiude a Centocelle, per l’ultimo atto di una corta quanto intensa campagna di agitazione e propaganda che su Roma ha attraversato tutti i quartieri dimenticati dal resto delle compagini politiche (San Basilio, Casal Bruciato, Casal Bertone, Tufello, Valle Galeria, Primavalle ecc.).
Unione Popolare ha messo in campo due promesse di base: la prima, l’alternativa che propone questa nuova compagine politica non tradirà come hanno fatto i 5 Stelle, perché nei territori nasce (e non su internet), vive e a questi deve rispondere.
La seconda, indipendentemente dal risultato elettorale, dal giorno dopo le elezioni saranno di nuovo sui territori per organizzare la lotta al carovita, alla guerra, alla mancanza di lavoro e per una vera transizione ambientale che rispetti la vita del pianeta.
Tutti temi che non si esauriranno di certo con un voto a quei partiti che ieri governano tutti insieme (proprio come col governo Monti 10 anni fa!) e che oggi fingono di essere diversi per raccattare qualche voto in più.
La vera alternativa è solo Unione Popolare. E a Tor Bella Monaca si è visto ancora una volta.
Di seguito, alcuni scatti del corteo.
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