Anche quest’anno abbiamo deciso, come antifascisti e antifasciste romani, di ricordare e celebrare l’azione di via Rasella, l’operazione militare più importante fra le tante azioni di guerriglia e di sabotaggio portate avanti dalla resistenza partigiana nella città di Roma contro l’occupazione nazifascista.
Roma, infatti, fra il 1943 e il 1944 fu il teatro di un vero e proprio conflitto asimmetrico tra le formazioni armate della resistenza – dai Gruppi di Azione Patriottica a Bandiera Rossa a tante altre – e gli occupanti nazisti, che non esitavano a terrorizzare la popolazione, massacrare civili e torturare i prigionieri nelle varie carceri improvvisate come via Tasso.
È in questo contesto che si inserisce l’azione di via Rasella: in quell’occasione, i Gruppi di Azione Patriottica riuscirono in una coraggiosa operazione militare che vide l’assalto a un battaglione nazista che marciava nelle strade del centro, portando all’uccisione di 33 soldati delle SS. La rappresaglia nazista a questo evento fu, come tristemente noto, il massacro delle Fosse Ardeatine in cui trucidarono 335 prigionieri.
Negli anni la storiografia ufficiale e la tendenza al revisionismo storico – con i suoi vari alfieri, primo fra tutti il purtroppo famoso Giampaolo Pansa -, hanno oscurato la rilevanza di questa come di tante altre azioni della resistenza. L’esigenza di definire nel dopoguerra una “memoria condivisa” bipartisan a livello istituzionale ha portato, infatti, a valorizzare il ricordo degli eccidi e delle vittime, come quelle delle Fosse Ardeatine, offuscando, al contrario, la memoria delle operazioni partigiane.
In questo senso si interpreta il tentativo istituzionale di rimuovere dalla memoria di questa città ciò che hanno rappresentato le azioni, anche militari, portate avanti dai combattenti partigiani che hanno combattuto con ogni mezzo necessario, a fianco e insieme alla popolazione romana, contro gli occupanti, dando loro filo da torcere in ogni quartiere.
La memoria della guerra partigiana è stata, al contrario, spesso strumentalizzata, arrivando a sostenere l’irrilevanza, quando non proprio la pericolosità delle azioni partigiane, come nel caso dell’operazione di via Rasella, additata dai revisionisti come la causa della successiva strage Nazista, andando ad individuare nei partigiani i suoi diretti responsabili.
L’operazione di riscrittura della storia della guerra partigiana nel nostro paese, operata soprattutto negli ultimi decenni, tenta infatti di far passare i combattenti della resistenza come pochi avventuristi, dimenticandosi la loro internità nella popolazione e la loro effettiva capacità di opporsi sul piano dello scontro armato contro l’esercito invasore nazifascista.
Negli ultimi anni lo sdoganamento dei fascisti e il revisionismo storico non hanno fatto che aumentare, con l’obiettivo di tentare di screditare l’operato dei partigiani e di minimizzare tutta la storia della guerra partigiana, come se si fosse trattato di un conflitto combattuto da giovani rossi e neri che lottavano infervorati da ideali diversi, mentre il resto della popolazione lo subiva passivamente.
A questa tendenza si sono poi associate operazioni di carattere istituzionale, quali la creazione della “Giornata del Ricordo”, che va a criminalizzare le azioni dei partigiani jugoslavi contro l’esercito Fascista che occupava da anni il loro paese all’insegna della repressione, dei massacri e della pulizia etnica.
Oppure, più recentemente, l’istituzione della Giornata degli Alpini, che va a commemorare le migliaia di soldati italiani mandati a morire, mal equipaggiati e senza rifornimenti, in Unione Sovietica da Mussolini, per “difendere i valori occidentali”, come si direbbe oggi. Per proseguire poi con le campagne ideologiche di equiparazione di comunismo e nazifascismo, che infangano la memoria dei partigiani che in tutta Europa e in Unione Sovietica hanno combattuto e sono morti lottando per la libertà di tutti contro l’oppressore nazifascista.
In questo senso, le istituzioni hanno provato a seppellire la storia della Resistenza sotto un manto di vittimismo, nel tentativo di appianare le divergenze politiche delle fazioni che l’hanno combattuto, cercando di accomunare i morti di entrambe le parti e offuscando il valore e il portato storico e politico della guerra partigiana.
Alla luce di questa tendenza, è necessario per le antifasciste e gli antifascisti di oggi prendere in mano la memoria della Resistenza e dell’antifascismo, a maggior ragione nella fase attuale. Oggi troviamo, infatti, al governo gli eredi diretti dei fascisti contro cui i nostri partigiani hanno combattuto in passato, ripuliti e ben allineati con gli ordini bellicisti e antipopolari dell’Unione Europea e della NATO.
Se dunque nel nostro paese risuonano le chiamate alle armi e i discorsi alla “pace o climatizzatori” (cit. Draghi) da una classe dirigente con l’acqua alla gola, è nostra responsabilità rimettere al centro la lotta contro la guerra, contro i fascisti di ieri e di oggi, contro la miseria e lo sfruttamento di questo sistema.
E dobbiamo farlo consapevoli e orgogliosi della nostra memoria collettiva antifascista e della nostra storia Partigiana, per costruire un’alternativa necessaria e reale, la stessa per cui donne, uomini, ragazzi e ragazze hanno dato la vita nella Resistenza.
Per questi motivi, continuiamo anche quest’anno la nostra ”Operazione via Rasella” che abbiamo già portato avanti negli ultimi due anni, rivolta a condividere e coltivare la memoria della resistenza partigiana, a partire da chi oggi resiste e lotta contro il sistema attuale. E lo facciamo con due appuntamenti:
– mercoledì 22 marzo, ore 16.30, all’aula Lucchesi di Geologia della Sapienza, parliamo della resistenza romana e dell’azione di via Rasella con Davide Conti, autore di “Guerriglia partigiana a Roma. Gap comunisti, Gap socialisti e Sac azioniste nella Capitale 1943-’44” e con Nunzio D’Erme, storico attivista romano;
– giovedì 23 marzo, ore 18:00, appuntamento in via Rasella, orgoglio partigiano! per ricordare e condividere la coraggiosa azione dei partigiani realizzata il 23 marzo del 1944 e rendere omaggio alla targa apposta dalla Roma Antifascista.
Quest’anno la nostra “Operazione via Rasella” la dedichiamo a Mario Fiorentini, uno dei partigiani e delle partigiane protagonisti dell’azione di via Rasella e di tante altre azioni realizzate a Roma contro i nazifascisti, che ci ha lasciati lo scorso 9 agosto.
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