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Roma. Le mani sulla città. Mercoledi assemblea cittadina per fermare la deriva

Son passati sessant’anni dal meraviglioso film di Francesco Rosi che denunciava con grande efficacia l’intromissione diretta ed evidente dei potentati economici, dei palazzinari e dei comitati di affari nella gestione pubblica delle città.

Una modalità che invece di essere estromessa dalla politica della seconda repubblica è tutt’oggi padrona di Roma. Difatti, nei vari passaggi politici degli ultimi 20 anni, la nostra città è stata progressivamente privata dei servizi pubblici, passando da una gestione e un controllo diretto del Comune alle società per azioni quotate in Borsa.

Quale modo migliore per mettere le mani sul patrimonio pubblico se non quello di vendere poi quote di queste società a palazzinari e finanzieri rampanti della borghesia romana, che con gli immancabili politici prezzolati utilizzano i fondi pubblici come un bancomat, assicurandosi profitti sicuri e zero rischi d’impresa?

Come è stato ad esempio con la privatizzazione del 49% di Acea o di oltre il 20% del trasporto pubblico locale, ma anche attraverso lo spacchettamento e la messa in liquidazione di molteplici società in house come nel caso di Roma Metropolitane.

Chissà se i politici di turno si ricordano della volontà popolare che nel 2011 si espresse per la gestione pubblica dell’acqua svincolata dalle logiche di mercato e del profitto, e in generale per il mantenimento di tutti i servizi pubblici e contro ogni forma di privatizzazione?

Tanto a pagare i disservizi ci pensano i cittadini e a farne le spese sono le lavoratrici e i lavoratori delle aziende partecipate, compresi quelli delle aziende in appalto, che in mano alla mala estione politica hanno perso salario, salute e dignità.

Il sindaco Gualtieri, con un vergognoso voltafaccia, dopo essersi dichiarato contrario in campagna elettorale, punta alla realizzazione di un inceneritore a Santa Palomba e lo affida ad Acea, la multiutility nostrana, di cui sono soci di rilievo il noto palazzinaro Caltagirone e la multinazionale dei rifiuti Suez.

L’Acea sta tentando la scalata per aggiudicarsi l’impiantistica nella gestione dei rifiuti di Roma e provincia, acquisendo progressivamente quote rilevanti di società specializzate nel trattamento e recupero dei rifiuti urbani e speciali non pericolosi.

L’obiettivo, non troppo nascosto, è quello di diventare l’unico operatore in campo della regione Lazio per la gestione della parte più remunerativa del ciclo dei rifiuti, probabilmente in cooperazione con altri colossi quali Hera e A2A.

Ma il fallimento della politica lo pagano anche le lavoratrici e i lavoratori, dati in pasto quotidianamente alla stampa mainstream etichettati come privilegiati fannulloni, malgrado tutti i giorni mandino avanti il servizio con salari erosi dall’inflazione galoppante e spesso rimettendoci anche la salute.

Lo stesso utilizzo del territorio della nostra città è un importante vettore di interessi economici che, attraverso i programmi urbanistici approvati con i piani regolatori di Veltroni e Alemanno, stanno producendo ulteriori colate di cemento in una città che pur avendo migliaia di appartamenti sfitti vive la grave crisi abitativa determinata dalla rendita speculativa e parassitaria in mano ai grandi costruttori.

E così spesso ricadono sulla collettività i costi di mancate opere di urbanizzazione che i costruttori avrebbero dovuto realizzare, come ad esempio è accaduto con i Piani di Zona, oppure programmi urbanistici o compensazioni che oltre a consumare ulteriore suolo, rappresentano la sottomissione della pubblica amministrazione al potere economico.

Ultimo in ordine di tempo è il grande progetto da realizzarsi a Pietralata, quartiere popolare di Roma, in attesa ormai da decenni di opere di miglioramento, ed invece con grande velocità consegnato dalla Giunta Gualtieri ai grandi interessi privati di costruttori e multinazionali straniere pronte a deturpare ed espropriare aree destinate a verde pubblico con un nuovo modello di lottizzazione 2.0, per la ricerca di un consenso elettorale da raggiungere ingraziandosi le attenzioni delle masse, promettendo opere a vantaggio esclusivo di investitori d’Oltreoceano.

Ancora una volta sull’altare del Dio profitto, si sacrificano aree verdi e vivibilità locale, appositamente lasciata nell’abbandono per evidenziarne il degrado.

Nascondere la polvere sotto al cemento è l’unica cura che questa classe politica è in grado di perseguire, poiché da un prato non nascono profitti, ma solo salute e spazi aggregativi, aria respirabile e biodiversità, valori buoni per qualche dichiarazione in campagna elettorale.

Storia tristemente simile stiamo vivendo al Parco delle Energie, area eccezionale di biodiversità nel centro urbano, minacciato ancora una volta da interessi speculativi, e abbandonato dalle istituzioni locali, proprio nel momento della sua tutela finale.

Non rimangono estranee alla logica del profitto le politiche della mobilità metropolitana con l’affidamento di centinaia di km di servizio pubblico appaltate ai privati, con grande danno per lavoratori e cittadini, o con la progettazione della grande opera autostradale a pedaggio Roma – Latina a discapito di una più sostenibile e sicura politica di rafforzamento della mobilità su ferro, o con la delibera, già fortemente contestata dell’ampliamento della zona a traffico limitato, ennesimo regalo concesso alle industrie automobilistiche, senza alcun rispetto della attuale crisi che attanaglia le popolazioni delle periferie romane-

Ormai il disegno è chiaro… dai rifiuti, alle risorse energetiche e idriche, dai trasporti alla sanità, al suolo e all’ambiente, l’indirizzo della Giunta Gualtieri è interamente volto a favorire la speculazione dei privati, a scapito di cittadini e lavoratori contro cui questo modello privatistico si abbatte tutti i giorni.

Anche per le giovani generazioni, si aggiunge una generale crisi di prospettive data da un sistema formativo che non dà un’emancipazione, che non sottrae gli studenti delle fasce popolari, dalla realtà di affitti troppo alti, dal costo della vita in aumento e dal lavoro sempre più precario e povero.

Le proteste delle tende hanno fatto emergere l’enorme problema del costo degli studi e della necessità di implementare gli strumenti di welfare e diritto allo studio, come gli studentati pubblici e più in generale di un reddito universitario per gli studenti delle fasce popolari, ma soprattutto la necessità di fermare la liberalizzazione del mercato degli affitti che il centrosinistra ha avviato con l’abolizione dell’equo canone con la legge 431 del 98.

POSSIAMO ANCORA FERMARE QUESTA DERIVA? SÌ, POSSIAMO E DOBBIAMO!

È giunto il momento che in questo deserto rappresentato da una Giunta sorda alle istanze dei cittadini, la parte sana della città, le associazioni territoriali, i comitati di difesa dell’ambiente e dei servizi pubblici, le personalità della cultura, gli esperti di gestione del territorio riprendano protagonismo ed iniziativa per evitare che in nome delle compatibilità, degli equilibri politici, degli interessi particolaristici lasci mano libera a chi senza troppi scrupoli ha messo interamente

LE MANI SULLA CITTÀ.

Roma Capitale al servizio dei potentati economici per la demolizione dei servizi pubblici, del lavoro in favore della speculazione ambientale ed edilizia!

È necessario costruire un fronte ampio, per evitare il definitivo saccheggio dei beni pubblici e di ciò che rimane dello stato sociale! I lavoratori di Ama, Acea e Atac, partendo dalla loro conoscenza del funzionamento dei servizi pubblici ambientali, si rivolgono alla cittadinanza:

CONTRO IL PROGETTO DELL’INCENERITORE DI ROMA,

A DIFESA DELLA SALUTE PUBBLICA E DELLA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE

PER LA REVISIONE RADICALE DEL PIANO DEI RIFIUTI PER ROMA, CHE SIA BASATA SUI PRINCIPI E LE PRATICHE DELL’ECONOMIA CIRCOLARE

PER UNA RIFORMA EQUA DEL CALCOLO DELLA TARI

PER UNA TARIFFAZIONE SOCIALE RELATIVA A RIFIUTI, ACQUA, LUCE E GAS, E TRASPORTI  CHE CONSENTA AGLI UTENTI IN CONDIZIONI DI FRAGILITÀ ECONOMICA

L’ACCESSO AI SERVIZI PUBBLICI NECESSARI

CONTRO L’IMPLEMENTAZIONE DELLA NUOVA ZTL A ROMA E PER IL RITIRO DELLA DELIBERA COMUNALE 371/2022

PER UN TRASPORTO INTERAMENTE PUBBLICO, POTENZIATO E GRATUITO. FERMARE L’INNALZAMENTO DEL PREZZO DI BIGLIETTI E ABBONAMENTI PREVISTO DAL 1° AGOSTO 2023

PER IL MIGLIORAMENTO DEI SERVIZI AL CITTADINO NEI QUARTIERI DELLA PERIFERIA, CONTRO LE SPECULAZIONI AFFARISTICHE COME LO STADIO A PIETRALATA O LA CEMENTIFICAZIONE DEL PARCO DELLE ENERGIE

NO ALLA CITTÀ DEI GRANDI EVENTI A PARTIRE DAL GIUBILE0 2025 ED EXPO 2030

FERMARE LA LIBERALIZZAZIONE DEL MERCATO DEGLI AFFITTI

MERCOLEDI 7 GIUGNO ORE 16.30

Biblioteca Nazionale Centrale di Roma – Viale Castro Pretorio 105

PRESENTAZIONE DELL’APPELLO

LE MANI SULLA CITTÀ

Adesioni all’appello promosso dai lavoratori Acea, Ama e Atac:

Aprilia Libera ODV, APA Associazione Piccoli Azionisti di Acea, Asia USB, Cambiare Rotta, Collettivo No al Fossile Civitavecchia, Comitato Giovanile Valle Galeria, Coordinamento Romano Acqua Pubblica Comitato NO INC, Comitato No Discarica Tragliatella, Comitato Acqua Pubblica Lago di Bracciano, Comitato Stadio Pietralata No Grazie, La Città degli Alberi, Unione Sindacale di Base, Comitato NO Corridoio Roma-Latina, Gruppo Consiliare comunale M5S, Antonio De Santis consigliere Roma Capitale, Gruppo Consiliare Regionale M5S, Alessandra Zappieri consigliera Regione Lazio, Potere al Popolo, Rifondazione Comunista.

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