Stamattina gli studenti e le studentesse dell’Opposizione Studentesca d’Alternativa del liceo Pilo Albertelli hanno protestato per un corso interno, svoltosi ieri mattina, durante l’orario scolastico, “poiché quello che doveva essere un incontro di educazione civica per le classi quinte si è tramutato in una passerella per l’Unione Europea, e in supporto della guerra in Ucraina, come ‘guerra necessaria da portare avanti e vincere contro l’oppressore russo’”.
“Come studenti abbiamo contestato questa visione revisionista e atlantista della realtà e troviamo inaccettabile che nelle nostre scuole venga portata avanti una propaganda di guerra e anti russa, che mostra i caratteri peggiori del militarismo e sciovinismo che in tutto il territorio europeo stanno tornando su impulso diretto delle classi dominanti continentali, come supporto ideologico a una guerra che i popoli non vogliono”, si legge nella nota diramata.
“Il tutto – continuano – accompagnato da discorsi anticomunisti, contro i paesi ex socialisti dell’Est Europa e l’Unione Sovietica, volutamente confusa e paragonata alla attuale Fed. Russa dall’inizio del conflitto”.
Secondo gli studenti, incalzato dai militanti di Osa della scuola presenti al corso, “il funzionario UE ha soltanto aumento l’isteria militarista e guerrafondaia dei suoi discorsi”.
“Questi corsi e questa propaganda vanno inseriti in una più ampia operazione culturale / ideologica di riscrittura della storia e di militarizzazione della società: la scelta del governo di fare del 4 novembre “Festa dell’Unità nazionale e delle Forze Armate”, avallata e supportata dalle opposizioni anche della presunta ‘sinistra’ (102 voti favorevoli e 28 astenuti al Senato) sta lì a confermarcelo”.
Quello che vorrebbero invece gli studenti invece è ben altro tipo e livello di istruzione, per la formazione del cittadino di domani.
“L’Unione Europea ci viene presentata come baluardo della pace, della libertà e della democrazia, ma è la prima a mandare avanti le guerre nel mondo. Da parte sua il governo italiano preferisce mandare armi e finanziare la guerra, invece di investire i soldi nella scuola”.
“Pretendiamo una nuova scuola pubblica, una scuola che sia un luogo di formazione e che ci dia gli strumenti per avere una nostra visione critica del mondo, non che ce ne imponga una”.
“Diciamo perciò soldi alla scuola non alla guerra, stop alla propaganda di guerra e antirussa”.
Gli appuntamenti di piazza sono per i prossimi 6 ottobre e 4 novembre, per un autunno all’insegna della giustizia climatica e contro la guerra.
“Con questo spirito saremo in piazza il 4 novembre per la mobilitazione nazionale contro la guerra e il 6 ottobre, data di mobilitazione ambientalista, in cui al grido di ‘DISARMIAMOLI’ ricorderemo quanto la guerra distrugga non solo i popoli ma anche il nostro pianeta”.
“Di questo e altro parleremo all’assemblea delle scuole del centro questo venerdì 29, a Villa Celimontana, alle 15.30”.
“Ci opporremo a queste tribune di propaganda atlantista nelle scuole, e come studenti saremo baluardo di pace fra i popoli e di verità storica contro l’oscurantismo delle classi dominanti occidentali, drogate di militarismo e fanatismo sciovinista”.
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renata puleo
Un 4 novembre contro le armi, contro la propaganda di guerra, contro i gadget militari e contro i PCTO nelle caserme.
Michele Lucivero
Vi invitiamo a seguire le iniziative e le attività dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università. Sul sito http://www.osservatorionomilscuola.com ci sono anche mozioni per docenti, genitori, studenti e studentesse per opporre una netta resistenza alla militarizzazione della scuola.