Il Comune di Firenze ha votato, in maniera quasi unanime, una delibera che chiede lo sgombero del centro sociale CPA di Firenze.
Secondo gli estensori, il centro sociale sarebbe accusato di aver ospitato una iniziativa con la compagna Barbara Balzerani che presentava un libro.
L’Italia è uno stato in cui anche la Storia viene considerata come un campo di battaglia ideologico. Il tutto condito da una insopportabile retorica scientifica sui fatti e sulla loro oggettività.
Solo per restare negli ultimi anni, si è arrivati a equiparare Partigiani e repubblichini, si è inventata di sana pianta la questione delle foibe dove i liberatori sono stati trasformati in carnefici esaltando i fascisti.
Sulla storia delle lotte degli anni 70 si è costruita una incredibile coltre di mistificazioni utile soltanto a chi vuol negare alla radice ogni possibilità di ribellione al sistema vigente. In particolare colpendo la memoria delle organizzazioni armate a cui viene negata anche la matrice ideale e politica, trattati come criminali comuni o considerati come agenti al soldo di poteri occulti.
La memoria dei subalterni non può però essere cancellata ed è dovere di ogni rivoluzionario e comunista preservarla. Per questo dà fastidio il CPA, dà fastidio chi non si arrende, danno fastidio quelle case editrici che continuano a dare voce a chi ha provato e prova tutt’ora a cambiare le cose contro un potere capitalista che mostra tutti i giorni il suo volto criminale fatto di sfruttamento, guerra e repressione.
Per questo la decisione del Comune di Firenze non ci stupisce ma ci preoccupa. E siamo solidali con i compagni del CPA la cui azione di lotta è ben conosciuta e apprezzata da tutti i compagni in Italia. Non ci avrete mai come volete voi!
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