Progetto20k invita tutte le realtà, le associazioni, i collettivi e i gruppi che si occupano delle tematiche legate ai flussi migratori, all’accoglienza, alla solidarietà e chiunque sia mosso da interesse, a partecipare al percorso di costruzione della mobilitazione del 14 luglio a Ventimiglia.
Una mobilitazione che si svolgerà su uno dei confini più letali d’Europa per denunciare la brutalità frutto delle politiche nazionali ed internazionali, per rivendicare la necessità di un permesso di soggiorno europeo, per il diritto alla mobilità, per ripensare l’attuale sistema di accoglienza, contro lo sfruttamento delle persone migranti, contro la tratta e le violenze di genere, per l’autodeterminazione delle persone migranti.
Ventimiglia è stata scelta non solo perché è uno dei luoghi di transito per chi vuole raggiungere altri Paesi europei, ma anche perché è uno dei luoghi simbolo delle fallimentari politiche migratorie sia italiane sia europee, come il decreto Minniti-Orlando o l’accordo di Dublino III.
Ventimiglia è il fallimento dell’accoglienza istituzionale.
Tantissime persone in viaggio dormono in un accampamento informale a cielo aperto ove le condizioni igienico – sanitarie sono precarie, pur di non vivere nel campo della Croce Rossa Italiana situato a 5km dalla città e costantemente presidiato dalle forze dell’ordine.
Ventimiglia è razzismo istituzionale che si fa pratica quotidiana.
Chi ogni giorno tenta di attraversare il confine rischia di incappare in uno dei numerosi controlli di polizia, basati quasi esclusivamente sul colore della pelle. La discrezionalità dei controlli di frontiera raggiunge casi di aperta violazione delle norme e dei trattati internazionali, come il reiterato respingimento di minori non accompagnati dalla Francia all’Italia. Chi viene respinta/o al confine o viene trovata/o privo di documenti in città, può essere trasferita/o coattamente verso l’hotspot di Taranto o di Crotone. Pratica quasi quotidiana di “alleggerimento” della frontiera che però nei mesi si è rivelata oltre che inumana anche dispendiosa (si stimano circa 5000€ a viaggio) e inutile visto che le persone dopo pochi giorni ritornano a Ventimiglia.
Ventimiglia è violenza su donne e minori, vulnerabili tra i vulnerabili.
È noto come le donne e le/i minori possano diventare “merce di scambio”, rimanendo vittime della tratta che nutre il mercato della prostituzione. Ma questo, nonostante avvenga costantemente a Ventimiglia sotto gli occhi di tutte/i, non ha mai trovato attenzione presso le istituzioni che invece persistono nell’attuare unicamente politiche repressive.
Ventimiglia è costante intimidazione, repressione e criminalizzazione delle persone migranti e dei solidali.
L’amministrazione comunale e le istituzioni locali, oltre a militarizzare la città, non hanno posto e non pongono attenzione alle necessità minime delle persone migranti.
Si susseguono così gli sgomberi forzati, la chiusura delle fontane, le pulizie del greto del fiume Roja, le ordinanze contro la distribuzione di cibo e bevande, la chiusura di luoghi protetti di accoglienza come la Chiesa delle Gianchette nell’agosto del 2017 che lontani dal risolvere la situazione, la lasciano pressochéinvariata.
La repressione a Ventimiglia si è declinata e di declina anche in una serie di provvedimenti come avvisi orali, fogli di via e denunce ad attiviste/i e solidali, colpevoli di solidarietà.
Per tutti questi motivi Progetto20k lancia questa chiamata con l’intento di costruire una mobilitazione collettiva e una giornata di solidarietà nel territorio ventimigliese: per la libertà di movimento, per uscire dall’isolamento mediatico e rivendicare la dignità delle persone in viaggio, per affermare l’umanità e la legittimità delle pratiche solidali, per rompere finalmente con una narrazione improntata prevalentemente su logiche eurocentriche, securitarie e d’emergenza.
Riteniamo che il percorso verso il 14 luglio possa essere una preziosa occasione di scambio, dialogo e supporto tra coloro che, pur nella diversità di territori, appartenenze, storie condividono gli stessi orizzonti di pensiero, oltre ad una concreta presa di posizione di fronte alle politiche locali, italiane ed europee che quotidianamente si ripercuotono sulle condizioni di vita e sui diritti fondamentali delle persone in viaggio e non solo.
Non vogliamo una mobilitazione per le/i migranti, ma una mobilitazione con e delle persone migranti.
Vogliamo una mobilitazione includente, che sappia dare vita a linguaggi e pratiche coinvolgenti anche per chi non è o non è stata/o, sino ad oggi, partecipe delle nostre esperienze e battaglie, in particolare quella parte di cittadinanza ventimigliese che vuole sentirsi soggetto attivo del proprio territorio. Vogliamo una mobilitazione che rivendichi, con la forza della sua ampiezza, la legittimità pubblica dei percorsi di solidarietà contro il crimine rappresentato dai confini.
#ventimigliacittàaperta
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