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Lo spezzatino Piaggio. Ingenuità o colpevole ignavia?

Finalmente viene a galla qualcosa di concreto dopo questa lunga tattica dilatoria fatta di inutili incontri al MISE.

Oggi 9 maggio 2019

Ben venga Leonardo, ma no allo spacchettamento”. Così l’assessore regionale allo Sviluppo economico Andrea Benveduti commenta le dichiarazioni dell’amministratore delegato di Leonardo Alessandro Profumo riguardanti l’interessamento della società a specifici rami di attività di Piaggio Aerospace.

Dunque l’ipotesi dello “spezzatino” appare più che concreta, eppure era stata negata spudoratamente fino a pochi giorni fa.

1)  CAPITOLO 1:

Si riporta di seguito il commento elaborato da chi scrive questa nota subito dopo l’incontro al MISE del 24 aprile 2019 nel corso del quale i rappresentanti del governo avevano millantato la Piaggio “come asset strategico per il Paese”:

Questa la nostra replica:

Di seguito esposto per punti il commento all’esito dell’incontro svolto oggi 24 aprile al MISE sulla drammatica vicenda Piaggio.

24 Aprile 2019

Un commento stringato a quanto avvenuto può essere rinchiuso in due affermazioni:

1)  Come è stato rilevato anche dai rappresentanti delle OO.SS la questione dei tempi risulta assolutamente determinante considerate le condizioni complessive dell’azienda. Sotto questo aspetto l’unica certezza che esce dall’incontro svolto al MISE è quello della cassa integrazione sia per i lavoratori Piaggio, sia per quelli LaerH;

2)  L’enunciazione di tempi e procedure diverse tra il finanziamento della parte motoristica e di quella relativa agli eventuali investimenti riguardanti il P180 e – ancora – per la certificazione dei droni fa pensare, al minimo, di una possibilità di scorporo del ciclo produttivo e quindi di una prospettiva di ridimensionamento che, nelle già ricordate condizioni dell’azienda, presupporrebbe serie prospettive di “difficoltà esiziali” (tanto per usare un linguaggio metaforico”). Sicuramente il finanziamento di 58 milioni nel triennio per i Viper e la cassa integrazione per il resto dello stabilimento non garantisce la necessaria unitarietà e continuità della  produzione.

CAPITOLO 2

Altro commento ad altro  esito di incontro al MISE il 26 novembre 2018.

1)   In secondo luogo, rispetto alla fabbricazione dell’aereo a pilotaggio remoto (drone) di tipo P.2HH, emergono problemi riguardanti la prospettiva di utilizzo del mezzo stesso. La vicenda si trascina ormai da molto tempo ma è possibile affermare che l’Aeronautica Militare abbia posto resistenze all’acquisizione del velivolo, resistenze condivise da Leonardo, indicato come possibile partner assieme a CdP nel nuovo assetto societario di cui vagheggia il governo e che è stato fatto oggetto di riferimento dal direttore generale del MISE nel corso dell’incontro “da nulla di fatto” svoltosi a Roma qualche giorno fa. L’Aeronautica Militare considererebbe il mezzo già superato prima ancora dell’avvio del suo utilizzo.

Nell’affrontare questo difficile passaggio occorrerebbe grande chiarezza nel valutare il grado di qualità tecnologica che lo stabilimento di Villanova è in grado di esprimere. Il tema dell’innovazione tecnologica e dei centri direzionali è tema costante nella nostra Provincia ed è stato a causa di evidenti deficit in questa direzione. E’ stato attorno a questo punto che via via si sono perdute le maggiori unità produttive in diversi settori, cedendo anche al rapporto tra ambiente e lavoro che in casi lontani ma clamorosi come quello dell’ACNA e più recenti come nella situazione di Tirreno Power hanno depauperato il nostro patrimonio industriale.

2)   Tornando alla vicenda Piaggio è evidente come emerga con grande evidenza un problema di management sia sul terreno della programmazione economica e di bilancio (vedi accumulo del deficit) sia nel campo dell’adeguamento tecnologico. Sotto quest’aspetto ci sarebbe da valutare ciò che è avvenuto nel passaggio dal civile al militare: un tema di grande delicatezza sotto diversi profili anche sotto l’aspetto etico.

3)   Adesso si dice che “l’amministrazione controllata non è una liquidazione” e che si apre “una fase di transizione”. Se davvero si arriverà a una proposta di espressione di una nuova società sarà bene da parte del complesso dei soggetti istituzionali e sindacale tener conto dei punti che così sommariamente si è cercato di riassumere anche in questa sede. Il tema del possibile intervento pubblico non può prescindere dall’essere affrontato avendo come prioritaria la qualità della tecnologia allo scopo di mantenere l’azienda competitiva sul mercato internazionale, in quadro di ovvia compatibilità dei conti. Altrimenti ci troveremmo nel pieno di quell’avventura propagandistica che appare essere un po’ come la “cifra” distintiva di questa compagine di governo.

 

CAPITOLO 3

Segue un altro commento sempre relativo alla vicenda Piaggio del 12 marzo 2018:

Prima di tutto è necessario rilevare con grande chiarezza come si sia di fronte ad una nuova sottrazione di posti di lavoro che si verifica in una azienda nella quale dovrebbe funzionare un piano industriale di presunto rilancio: questo fatto dovrebbe avvenire quindi con un minor numero di lavoratori impiegati e una conseguente sottrazione di capacità produttiva. Sostanzialmente si tratta di segnali di arretramento proprio sul piano produttivo e dell’intensificazione del lavoro oltre che di disponibilità di know – how. Un secco segno meno per la capacità industriale della nostra Provincia, al di là delle destinazione dei  lavoratori che accettano il meccanismo della mobilità volontaria.

CONCLUSIONE

Senza commento e senza aggiungere nulla su quella che, eufemisticamente, si potrebbe definire “volatilità dell’area di crisi industriale complessa”.

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