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Savona. Incertezza senza fine per Bombardier

Questo il riassunto della situazione odierna secondo notizie giornalistiche.

È in fase di definizione il contratto per la produzione di 14 treni per l’alta velocità per i quali lo stabilimento Bombardier di Vado Ligure potrebbe produrre le 28 carrozze di testa mentre lo scorporo del comparto ingegneria proseguirà e la produzione delle locomotive DC3 polacche non verrà trasferita a Vado Ligure eludendo gli impegni assunti a suo tempo dall’azienda nell’ambito della presentazione del piano industriale. Questo, in estrema sintesi, è quanto emerso dall’incontro di ieri presso il Ministero dello Sviluppo Economico alla presenza del Vice Capo di Gabinetto Giorgio Sorial e del vicepresidente di Bombardier Transportation Europa Oscar Vazquez. Nessun nome, inoltre, è stato pronunciato rispetto al partner industriale con cui Bombardier intende collaborare per la parte operation e per il quale si dovranno attendere ancora dai due ai quattro mesi.”

Allora è ancor ail caso di ripetersi su questi tre punti:

1)      Si ribadisce la necessità di una mobilitazione di tutta la provincia: delle sue forze produttive in ogni articolazione, delle istituzioni, dei soggetti associativi.

2)      Il nodo è sempre lo stesso e sul quale ci battiamo da anni: quello del livello di capacità di adeguamento tecnologico. Su questo punto (oltre che in altre situazioni su quello del rapporto produzione/ambiente) si è verificata la deindustrializzazione della provincia di Savona in un quadro di corrività da parte degli industriali in un quadro di logica di scambio e di insufficiente comprensione di ciò che stava accadendo da parte dei sindacati (a partire, almeno, dagli anni’80 del secolo scorso). Con il massimo di solidarietà esprimibile verso i lavoratori.

3)     E’ assolutamente necessario, in funzione del destino del sito produttivo di Vado Ligure che in vista della formalizzazione ufficiale da parte di Trenitalia si addivenga anche a un accordo con Bombardier perché, almeno nei due anni di lavorazione che questi 14 treni dovrebbero assicurare allo stabilimento, siano sospese tutte le azioni unilaterali fin qui intentate dall’azienda destinate alla cessione di rami d’azienda oltre alle procedure per smantellamenti vari. E’ questa la condizione perché sia mantenuta l’unitarietà del ciclo, fattore decisivo per il futuro, e siano mantenuti i livelli occupazionali.

Non è il caso (com’è avvenuto con il decreto di area di crisi industriale complessa) di firmare assegni in bianco senza precisare contropartite assolutamente essenziali. Bombardier, in questi anni, ha fatto centinaia di milioni di utili lucrando sulle commesse pubbliche italiane e non vi è stata alcuna affidabilità nella redistribuzione che alla fine si è rivelata ben misera.

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