Genova, USB in piazza martedì 26 con le famiglie dei bimbi disabili contro le liste d’attesa senza fine e l’inerzia di Toti
L’Unione Sindacale di Base appoggia, sostiene e partecipa alla manifestazione di protesta organizzata per martedì 26 ottobre alle 9,30 davanti alla sede della Regione Liguria, in piazza De Ferrari a Genova, per protestare contro le interminabili liste d’attesa che in Liguria condannano i bimbi disabili a rimanere senza l’assistenza pubblica prevista dalla legge.
Sono infatti 1200, nella sola ASL 3, i bambini abbandonati a se stessi dalla Sanità, un fatto che lascia le famiglie davanti a due sole opzioni: svenarsi o indebitarsi per rivolgersi alle strutture private, oppure rimanere incastrati in liste d’attesa che non scorrono mai. Il sistema sanitario prevede, con una scelta sciagurata, che un bambino sia preso in carico da un centro di riabilitazione soltanto se quest’ultimo garantisce tutte le prestazioni stabilite dal piano terapeutico.
Se una sola di queste non è disponibile, il bimbo rimane in attesa, scavalcato nella graduatoria dai nuovi ingressi. Una sorta di “fine pena mai”, con il rischio che bimbi piccoli vengano accolti dalla riabilitazione pubblica quando saranno già adolescenti, quindi con esigenze diverse.
A peggiorare la situazione, si aggiunge il fatto che è stata abolita la distinzione tra i bambini della fascia 0-3 e quelli di età maggiore, per cui chi ha bisogno di un percorso riabilitativo magari di sola logopedia, finisce in un calderone unico insieme ad altri piccoli pazienti dalle esigenze più complesse.
La Regione Liguria, in cui il presidente Toti ha avocato a sé la delega della Sanità, fa orecchie da mercante. Ne è prova la testimonianza del promotore della manifestazione, Marco Macrì, un vigile del fuoco aderente a USB, padre di un bimbo disabile di 3 anni: “Sono stufo di vedere il presidente della Regione che dà pacche sulle spalle ai Vigili del fuoco sotto il ponte Morandi o quando facciamo servizio a Natale, ma poi da assessore alla Sanità non fa nulla per risolvere questi problemi e se chiamiamo la sua segreteria veniamo rimbalzati. Ne va della qualità della vita dei nostri bambini e di tutte le nostre famiglie.
Prima del Covid per ottenere la visita che certificasse la disabilità servivano mediamente 30 giorni: con lo scoppio della pandemia, la visita non è più necessaria e basta un passaggio di carte interno al sistema sanitario pubblico, ma invece che snellirsi i tempi sono di fatto raddoppiati. Prima i bambini nella fascia da zero a tre anni avevano una priorità, ora la lista è unica e viene data priorità solo a chi ha disabilità più gravi e aspetta da più tempo.
Chi ha i soldi si paga le terapie private ma tante famiglie non possono permetterselo, non si può più andare avanti così. Toti ripristini la lista doppia, con una graduatoria riservata ai bambini più piccoli e più fragili, e aumenti il personale delle Asl per recuperare i ritardi delle pratiche, garantendo la presa in carico di più bambini dai servizi sociosanitari pubblici, in modo da accorciare e sfoltire le liste d’attesa”.
Oltre che da USB Sanità, alla manifestazione hanno dato il loro appoggio l’Anffas, la Consulta regionale per la tutela dei diritti della persona disabile e l’Associazione pediatri extraospedalieri.
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