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Polemiche strumentali sulla presenza di Francesca Albanese a Genova il 7 ottobre

La destra è unita nel difendere il progetto sionista e negare il genocidio tutt’ora in corso in Palestina nonostante il “piano Trump” e tira in ballo la sindaca non solo per aver preso parte all’incontro con la relatrice speciale dell’ONU ma anche per le sue mancate prese di posizioni riguardanti l’occupazione degli studenti all’università di Genova in difesa del popolo palestinese e l’esclusione di Leonardo dal Festival della Scienza.

La destra vuole “moderazione e responsabilità”, noi siamo di altro avviso. 

Oggi è il tempo di fatti e non chiacchiere, di interrompere concretamente ogni forma di complicità con lo stato terrorista di Israele che sta compiendo un genocidio e continua il sistema di apartheid e occupazione dei territori palestinesi, tanto da parte del Governo che dalle istituzioni locali.

Per questo noi non solo siamo stati orgogliosi di avere Francesca nella nostra città, ma ci saremmo aspettati che la sindaca Salis mantenesse l’incontro con Francesca Albanese a palazzo Ducale, che prendesse una posizione netta in difesa degli studenti e delle studentesse che occupano per pretendere la fine degli accordi accademici con Israele, che si schierasse contro la partecipazione di Leonardo (che continua a fatturare miliardi con le guerre) al Festival della Scienza. 

Esclusione che è avvenuta nei fatti grazie alla mobilitazione popolare e alle centinaia di firme raccolte da docenti e cittadini. 

Ma ci aspettiamo anche che Genova non diventi una città di guerra, non solo per quanto riguarda i traffici di armi ma anche per le sue infrastrutture: è assordante il silenzio sulla decisione  di rendere la nuova  diga foranea a uso militare, a uso e consumo delle truppe NATO.

NOI SAPPIAMO DA CHE PARTE STARE

Dalla parte della resistenza del popolo palestinese finché non finirà il sistema di apartheid e occupazione, dalla parte dei lavoratori portuali e degli studenti che boicottano la complicità con la filiera della guerra, contro lo stato terrorista di Israele e contro ogni piano di riarmo o difesa europea, contro la NATO e l’economia di guerra per una Genova città di pace!

Per questo siamo scesi in piazza in questi anni e in queste settimane, per questo abbiamo scioperato il 22 e il 3 ottobre al fianco dell’USB, per questo non ci fermeremo!

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