Oltre la manifestazione del 16 dicembre a Roma
Siamo uomini e donne che rifiutano di vivere in strada, di marcire nel degrado, di restare imprigionati nei centri di accoglienza. Abbiamo reagito allo sgombero, pagato a caro prezzo, dell’occupazione di Via Fortezza portando avanti due nuove occupazioni, in via Esterle e via De Steal, continuando a resistere al fianco di tutti gli sfruttati che lottano per autodeterminare le proprie vite.
Siamo consapevoli di vivere in un sistema economico basato sullo sfruttamento che ci sottopone a continui ricatti. Ricatti che, direttamente o indirettamente, si ripercuotono su tutti i lavoratori attraverso l’abbassamento dei salari, l’eliminazione dei diritti, i licenziamenti e le delocalizzazioni.
Non esistono differenze tra italiani e immigrati, tra clandestini e rifugiati: siamo tutti vittime delle politiche internazionali che determinano disuguaglianze sociali, povertà e guerre. Proprio perché siamo coscienti di tutto ciò, non possiamo che rifiutare la guerra tra poveri, che politicanti e media vari propugnano costantemente, il sistema di leggi di cui il decreto Minniti-Orlando è solo l’ennesimo tassello e non possiamo che schierarci contro fascisti e razzisti del nuovo millennio.
Continuiamo a ribellarci contro lo sfruttamento di territori e persone, le continue privatizzazioni di scuola e sanità, il taglio dei salari dei lavoratori, i costanti attacchi al diritto all’abitare. Rifiutiamo in toto le politiche europee, sempre più xenofobe e razziste, a completo servizio del capitale, tese a regolare i flussi migratori in base alle necessità contingenti di mano d’opera a basso costo. Continuiamo ad anteporre al business dell’accoglienza un percorso di autogestione e autorganizzazione, teso a sviluppare reali percorsi di inclusione.
Per tutte queste ragioni non siamo più disposti a nasconderci, a subire il ricatto esercitato sul posto di lavoro per eliminare diritti e abbassare i salari, a fuggire davanti controlli e rastrellamenti di fascista memoria. Vogliamo organizzarci, come i nostri fratelli a Cona, come gli operai della logistica, come i braccianti, come i precari e tutti i lavoratori pubblici o privati.
Come CI SIAMO – RETE SOLIDALE vogliamo perciò lanciare una campagna di lotta cittadina a partire dalla rivendicazione dei valori dell’eguaglianza e contro ogni forma di discriminazione e sfruttamento.
Pretendiamo:
• la regolarizzazione generalizzata di tutti i migranti presenti in Italia;
• il riconoscimento della residenza, per rinnovare i documenti, per stipulare contratti del gas e dell’energia elettrica e poter accedere alla sanità pubblica e al diritto di iscrivere i nostri figli a scuola, anche nelle occupazioni
• l’abrogazione dell’art. 5 della legge Lupi e della legge sulla Sicurezza urbana.
• l’abolizione delle leggi repressive (Bossi-Fini, Minniti – Orlando )
Pensiamo che la solidarietà attiva sia un’arma per realizzare un reale cambiamento e contrastare le politiche migratorie e sociali del paese. Vogliamo costruire insieme un percorso cittadino di lotta, nel quale la partecipazione al corteo del 16 Dicembre a Roma non sarà che un piccolo passo.
Perciò proponiamo un incontro con tutti coloro che sviluppano resistenza, strumenti mutualistici e solidaristici sul territorio: dalle associazioni ai comitati di lotta per la casa, da chi si auto-organizza per combattere le continue ingiustizie alle comunità migranti, dai rifugiati, chi aspetta la regolarizzazione a coloro che non hanno documenti e vivono nell’ombra.
Vi invitiamo a partecipare all’assemblea cittadina:
3 Dicembre presso lo spazio di Via Esterle 15 alle ore 15.30.
“La nostra condizione è la vostra.
Il nostro interesse per una società diversa, di eguali,
è il vostro.
Il sostegno reciproco è la nostra arma,
perché uniti si vince.”
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