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MIlano. La protesta dei riders

Non siamo auto(no)mi, serve un “decreto rider”!

Stanchi di aspettare il governo e l’esito di un tavolo ormai rotto, chiediamo che si passi dalle promesse ai fatti.

Rendiamo pubblica per questo la nostra proposta di legge sulla gig economy e il mondo delle piattaforme digitali.

Siamo partiti dalla bozza della “clausola rider” contenuta nel “decreto dignità” (congelata, scorporata e successivamente posata nel cassetto dei sogni infranti del Ministro Luigi Di Maio tra il reddito di cittadinanza, il no alla Tap e il 2,4% della Legge di Stabilità) e ne abbiamo redatta un’altra aggiornata, applicabile e soprattutto utile a tutte/i.

Dal primo articolato, dichiarato incostituzionale per un vizio di forma, noi fattorini presentiamo il nostro #decretorider
.
QUELLO CHE VOGLIAMO E’ QUELLO CHE CI SPETTA:
IL RICONOSCIMENTO DELLA SUBORDINAZIONE, TUTELE PIENE E PIENI DIRITTI!

CHIEDIAMO CHE LADDOVE E QUALORA SI MANIFESTINO CONDIZIONI DI “PRESUNZIONE DI SUBORDINAZIONE” DIVENTI POSSIBILE ESSERE RICONOSCIUTI COME LAVORATORI DIPENDENTI.

Dopo più di sei mesi di attesa, di convocazioni a vuoto, interminabili viaggi verso Roma, abbiamo riscontrato la mancanza di volontà da parte delle aziende di trattare con noi lavoratori e ci siamo scontrati con la cruda evidenza che al momento non ci sono margini per raggiungere un accordo che ci porti ad ottenere finalmente l’applicazione di un #contratto collettivo nazionale a tutele piene, da lavoratori a tutti gli effetti, quali siamo.

Le società sedute al tavolo, ed in maniera particolare #Assodelivery, l’associazione datoriale che riunisce tutte le multinazionali, che rappresentano il 90% circa del comparto delle consegne del cibo, non mostrano alcuna intenzione di voler rivedere il proprio modello di business, basato sul taglio assoluto dei costi per il massimo dei profitti (che si traduce in massimo sfruttamento e assenza di garanzie per il lavoratore), anzi, prendono tempo e fuori dal tavolo peggiorano le condizioni dei fattorini, inasprendo ritmi di lavoro e allungando le distanze delle tratte da percorrere, alimentando la logica della guerra tra poveri.

A questo punto, tocca constatare, che siamo di nuovo al punto di partenza, ma l’anno sta per terminare e la nostra pazienza è esaurita, insieme al tempo che questo governo aveva a disposizione.

Il Ministro Di Maio manterrà l’impegno preso con le rappresentanze autonome dei fattorini e farà qualcosa per accontentare i lavoratori anche ora che tutto sembra in salita e proprio adesso che le società hanno dimostrato a chiare lettere che non vogliono assolutamente aprire alcuna negoziazione?

Oppure ci ritroveremo coinvolti in una trattativa al ribasso che non sarà in grado di garantire le tutele richieste dai lavoratori, come se fossimo risorse a mezzo servizio, a cui lanciare qualche briciola?

Intanto non contente le imprese abbassano i salari e costringono noi rider a lavorare in condizioni sempre più precarie: basti pensare a #Deliveroo che sta togliendo la paga con il fisso orario di 5,60 € più incentivo alla consegna e si appresta a cancellare il minimo garantito di 7,50 € all’ora, a favore di una formula di pagamento dinamica, che prevede un cottimo misto che corrisponde una porzione fissa di 3 € a consegna e una variabile dinamica non quantificabile, che realizza un modello retributivo ideale perché flessibile al mercato, che verrà esteso a tutte/i con la scadenza del contratto a fine anno e il rinnovo di massa (per chi e per quanti ancora non si sa?) dell’anno prossimo.

Nel frattempo in questi mesi il #cottimo ha mietuto le sue vittime. Non ne possiamo più di contare il numero di incidenti che ogni giorno, sulle strade di mezza Italia, si consumano a nostre spese, ormai troppo spesso nella tragedia! In questi mesi infatti moltissimi colleghi sono finiti in ospedale, qualcuno ci ha rimesso la gamba, qualcun’altro perfino la vita!

Occorre un decreto legge, visto il carattere d’urgenza della situazione, che possa mettere fine alle gravi irregolarità con cui le aziende del delivery food prosperano attualmente a discapito della salute e dei soldi dei lavoratori.

Bisogna intervenire a livello giuridico con un provvedimento normativo che disciplini il mondo delle #piattaforme, in modo da bilanciare in maniera più equa pesi e misure tra le parti sociali, un pochino di più dalla parte dei lavoratori .

Ecco qui la nostra proposta di legge:
(https://docs.google.com/document/d/1NHHIbZNFGQ35wAaIcmcGcSL8Fj76xqzzae_8jABRo7M/edit?usp=sharing).

Aspettiamo a questo punto, risposte plausibili e una presa di posizione netta da parte del Ministro Luigi Di Maio, perché se non c’è la possibilità di strappare un accordo che faccia iniziare la negoziazione tra le parti, visto che ad oggi al tavolo non esiste nemmeno una bozza formalizzata da far sottoscrivere alle aziende, ma soltanto un elenco puntato di elementi generici in un testo di bozza, in cui le parti sociali sono rimaste ferme sulle loro posizioni (subordinazione VS autonomia), ci hanno pensato i lavoratori a mettere nero su bianco quello di cui hanno bisogno, qualcosa di reale e concreto, una proposta di legge che viene dai fattorini per uscire dall’impasse contigente.

Il governo ora decida da che parte stare, con i lavoratori o dalla parte della casta economica di questo paese. Qui non si tratta come è stato più volte detto a sproposito, di fare qualcosa per una “generazione perduta” perché colpita dalla precarietà dilagante, ma di restituire dignità al lavoro, governando attraverso la politica il #cambiamento in corso, dettato dalle nuove forme di organizzazione produttiva al tempo dell’economia digitale.

La lotta dei fattorini è la lotta di tutte le lavoratrici e di tutti lavoratori,
come sempre più che mai,

Non per noi ma per tutt*!

#deliveryfood #decretodignità #TavoloRiders

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

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