Con grande enfasi chi ha sottoscritto il “Progetto Leonardo” che durerà 8 mesi (Cgil, Cisl, Uil, Csa e delegati RSU – non dei Musei) ha presentato l’accordo ai lavoratori dei musei civici di Milano in una assemblea il 26 giugno all’Acquario Civico.
Peccato che, visto il malumore montante tra i lavoratori e gli interventi critici, vista la richiesta di USB di ritirare le firme sotto l’accordo e riprendere lo stato di agitazione, la presidenza dell’assemblea (Cgil, Cisl, Uil, Csa) alla richiesta di arrivare al voto abbia risposto con estrema arroganza che “qui non si vota, cercheremo altre forme di consultazione”. A quel punto la quasi totalità dei lavoratori ha abbandonato la sala.
Sorge spontanea la domanda: quale rappresentatività possono accampare queste sigle sindacali che vanno contro le richieste dei lavoratori?
USB dal canto suo ha confermato lo stato d’agitazione e durante il Progetto Leonardo preparerà una serie di iniziative per la riconquista del salario, dei diritti e della dignità. Nei Musei Civici di Milano vanno definite le procedure, i carichi di lavoro, il numero minimo dei custodi per poter tenere aperte le sale, il microclima, la parità per i lavoratori delle cooperative.
Era proprio su questi punti che il 22 marzo la procedura di conciliazione in Prefettura era stata chiusa negativamente, con una presa di posizione unitaria di tutte le organizzazioni sindacali.
Il 9 aprile però, dal cilindro di qualche sindacato salta fuori proprio il progetto Leonardo, subito accolto dall’Amministrazione, nel tentativo palese di “narcotizzare” le lotte dei lavoratori. E infatti subito è arrivata la dichiarazione di chiusura dello stato di agitazione da parte dei soliti noti.
Il 18 giugno viene sottoscritto l’accordo, il 26 l’assemblea dei lavoratori che si conclude ingloriosamente per le sigle firmatarie, sconfessate dai loro stessi aderenti. E non per questioni marginali: esiguità dell’incentivo economico a fronte di flessibilità massima sia d’orario che di sede, nonché forti penalizzazioni economiche per eventuali assenze, comprese quelle per la Legge 104. Insomma, una sperimentazione per il futuro in cui tutti saranno a completa disposizione dell’Amministrazione.
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