Le cifre sui nuovi contagi da Covid 19 stanno diventando inquietanti, con l’ormai abituale stabilirsi a quasi 2.000 nuovi casi al giorno e un numero purtroppo stabile di una ventina di decessi al giorno, con il superamento del numero complessivo di 35.000.
La riapertura delle scuole l’approssimarsi della stagione invernale, con l’ovvio aumento del soggiorno in spazi chiusi aumentano la preoccupazione.
Da mesi, tutti gli esperti premono affinché l’abituale campagna vaccinale contro l’influenza stagionale sia anticipata, per permettere una diagnosi cosiddetta “differenziale”.
Questo significa che essendo , nella fase iniziale, i sintomi del Covid 19 e dell’abituale influenza piuttosto simili, ciò può permettere ai medici, in presenza di soggetti vaccinati contro l’influenza stagionale di escludere, tendenzialmente, che il paziente sia affetto da quest’ultima e orientarsi quindi un’infezione da Covid.
In base a queste evidenze mediche sarebbe stato necessario che tutte le regioni provvedessero per tempo a ordinare dosi adeguate di vaccino antinfluenzale, aumentate rispetto alla domanda degli anni scorsi poiché molti cittadini in più, data la situazione epidemiologica, intendono accedere al piano vaccinale. Atteggiamento assolutamente comprensibile nella regione che ha avuto il più alto numero di morti a causa della pandemia.
In Lombardia, la repubblichina leghista presieduta da Attilio Fontana con la collaborazione dell’assessore Gallera, ciò non è stato fatto.
Come già denunciato sin dal mese di luglio dal primario infettivologo dell’ospedale “Sacco” di Milano, dott. Massimo Galli, la regione Lombardia si è “dimenticata” di ordinare un quantitativo adeguato di dosi di vaccino.
In questi giorni, i medici di base, ancora una volta mandati allo sbaraglio, sono tempestati di telefonate e di messaggi di posta da parte dei pazienti che desiderano sapere quando potranno vaccinarsi. Tra questi, in primo luogo coloro che per età e patologie sono a rischio, ma più in generale numerosi cittadini semplicemente preoccupati a causa della situazione dei contagi.
Purtroppo, i medici di base sono costretti a rispondere di non avere alcuna disposizione chiara e nemmeno alcuna informazione su quando, come e in quale quantità il vaccino antinfluenzale sarà disponibile. Ciò che è ormai chiaro è che il piano vaccinale in Lombardia non potrà partire che nella prima metà di novembre, in ritardo su quanto consigliato da tutti gli esperti.
Probabilmente il presidente Fontana si è dimenticato di ordinare i vaccini perché troppo impegnato a difendersi dalle accuse riguardanti l’affare dei camici ordinati alla ditta del cognato, a giustificare la presenza sospetti conti miliardari tra le Bahamas e la Svizzera e a tenere testa alle denunce presentate dai parenti delle troppe vittime lombarde del Covid, che sono la metà di tutte quelle sul territorio nazionale.
C’è solo da chiedersi sino a quando la vita dei cittadini residenti in Lombardia sarà ostaggio di una giunta incapace quanto corrotta.
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Adriano
Oltre ad evitare confusione, vista la similitudine dei sintomi, esiste la realistica ipotesi affrontata in recenti studi, su una minore incidenza di gravi infezioni covid19 in popolazioni con alta copertura vaccinale. Questo indicherebbe un effetto secondario di alcuni vaccini, diminuendo la gravità e l’incidenza di infezioni covid. È anche possibile che la persona covid asintomatica, tollerante al virus, se viene colpita simultaneamente dalla debilitazione da influenza stagionale, venga più facilmente assalita dal virus covid19 sviluppando le forme più gravi di infezione, se poi si somma il pneumococco che circola comunemente la fine si avvicina. Per cui è assai probabile che una maggiore copertura vaccinale diminuisca non solo la confusione dei sintomi, ma la sovrapposizione di più fattori alla base di una patologia altrimenti meno grave. Pare che i paesi con maggior copertura antinfluenzale per ora siamo tra i meno colpiti.