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Milano. I Rider pongono la questione di diritti, lavoro, mobilità

Nonostante la grande esposizione mediatica che la categoria dei rider ha avuto come esempio di lavoratori ipersfruttati e senza tutele, poco è stato poi concretamente fatto perché le condizioni di lavoro diventassero dignitose in termini sia di contrattualizzazione che di salari e di tutele.

Questo si ripercuote pesantemente sulla qualità della vita che possono condurre, a partire dal grave problema dalla quasi impossibilità di avere un alloggio decente con paghe da fame e un contratto che non dà alcuna garanzia, solo per citarne uno.

Questo vale tanto per i rider delle compagnie sotto Assodelivery, che ancora usano il contratto pirata firmato dalla sola UGL, quanto per i rider di Just Eat, che, pur essendo contrattualizzati sotto il CCNL Logistica, grazie all’accordo di secondo livello firmato da CGIL, CISL e UIL, lavorano in condizioni ben peggiori di quelle che prevede il contratto collettivo nazionale, sia in termini di salario che di tutele.

L’irreperibilità e lo schiacciante sbilanciamento nel rapporto di forza tra multinazionali del Food delivery e i rider che per queste lavorano a favore delle aziende, pone la necessità di un intervento delle istituzioni del territorio in cui i rider vivono e lavorano.

L’ Unione Sindacale di Base con Domenico Finiguerra della lista civica La città dei territori , ha convocato una conferenza stampa a Palazzo Isimbardi giovedi 16 marzo alle ore 15.00 per portare la rivendicazione dell’apertura di un tavolo con Assodelivery, Just Eat e le istituzioni territoriali all’attenzione della Città metropolitana di Milano e dei suoi consiglieri, perché è questo il territorio all’interno del quale la maggior parte di questi lavoratori si muove, abitando principalmente nei comuni dell’hinterland milanese e lavorando quasi tutti a Milano.

 

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