Gli attivisti di Extinction Rebellion hanno bloccato quest’oggi la scalinata del tribunale di Milano occupando anche un’area del palazzo di Giustizia.
La denuncia è rivolta alla stretta repressiva sul diritto di manifestazione prevista dal Disegno di Legge 1660 in questi giorni di fine luglio in discussione alla Commissione Giustizia. Il nuovo Pacchetto Sicurezza prevede anche un inasprimento delle pene per pratiche non-violente, come per esempio, il blocco stradale fatto con il proprio corpo.
“Ci rivolgiamo alla Magistratura, che è il cardine e il simbolo del diritto e della giustizia, affinché prenda parola per difendere e proteggere il diritto di manifestazione e di espressione del dissenso con forme di protesta nonviolente”, hanno dichiarato gli attivisti. “Diversi articoli del provvedimento sembrano tagliati su misura per ostacolare le proteste degli attivisti per il clima e dei comitati che si oppongono alla costruzione di grandi opere con pesanti impatti ambientali, come il Ponte sullo Stretto o il TAV Torino-Lione”, prosegue il comunicato di Extincion Rebellion.
“Immaginiamo un’Italia dove il problema del cambiamento climatico sia riconosciuto e affrontato con decisione, e dove a essere criminalizzato non sia chi protesta per un futuro migliore, ma chi continua a finanziare e perseguire una strada basata sui combustibili fossili e la distruzione della natura”, sottolineano gli attivisti.
Dopo ore di occupazione, gli attivisti hanno incontrato il procuratore generale Francesca Nanni, che però non ha offerto considerazioni incoraggianti, al contrario : “Voi state manifestando in un luogo che non è pubblico. La legge è uguale per tutti, anche per i magistrati, state protestando in un luogo sbagliato, non siamo noi a fare le leggi. Vi esorto a concludere il presidio, evitiamo di fare un accompagnamento coatto“. A quel punto gli attivisti sono usciti dal tribunale.
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