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Brescia. Manca solo un tassello

Fuoriuscire dalla distopia concreta

In questa distopia concreta che il destino ci ha dato di vivere, dobbiamo assistere nella fase attuale all’ eclissi dell’informazione sul genocidio che si sta sviluppando a Gaza e nel resto della Palestina.

Il Sistema ha stabilito infatti che da quelle parti, dopo la grottesca messinscena di Sharm-el-Scheikh, è tornata la pace e tutto sta rientrando nella normalità. La realtà è ben diversa. Folle di disperati denutriti e/o ammalati vagano come fantasmi in mezzo a cumuli di macerie, tra case, ospedali e scuole rase al suolo.

Al contempo gli adepti di quel vero e proprio Culto della Morte che è il sionismo hanno rallentato gli ammazzamenti diretti nella Striscia, ma si stanno sfogando in Libano e Cisgiordania. La loro fede fanatica esige infatti sangue umano quotidiano, non possono farne a meno.

Ebbene, una simile tragedia è stata derubricata dai massmedia occidentali a notizia secondaria, seguendo le direttive impartite dal Sistema. Al massimo si può parlare dell’“implementazione” del “piano di pace” voluto dall’ amministrazione statunitense per trasformare Gaza in una fantomatica Riviera del Medioriente. E dare risalto semmai ai macabri rituali di restituzione dei resti di cadaveri di militari israeliani, anch’essi parte integrante del Culto della Morte.

C’è una Brescia che non dimentica

Rincuora perciò sapere che perfino una domenica pomeriggio, il 9 novembre, il movimento Pro Pal bresciano sia riuscito a portare molte centinaia di attivisti davanti al centro commerciale Nuova Flaminia di via Salgari in città per protestare contro la vendita di prodotti israeliani. Presente come sempre una significativa delegazione di “Potere al Popolo”.

L’ obiettivo adesso è quello di esercitare pressione dal basso con il boicottaggio affinché Coop Lombardia faccia come altre Coop sparse per la Penisola. Esse hanno interrotto la vendita di generi alimentari agricoli israeliani coltivati dai coloni e di altre merci sioniste che grondano sangue. 

Il corteo è sfilato poi verso il centro lanciando all’ altezza di Piazza delle Repubblica slogan contro il questore Sartori, che diede ordine la sera del 22 settembre a carabinieri e polizia di reprimere il tentativo di alcuni militanti di bloccare la stazione.

Ed è proseguito fino a Piazza Duomo, dove si è concluso dinanzi alla sede della Banca Intesa San Paolo, altro noto centro di traffici con il regime sionista. Manca solo una visita all’ a2a, che non ha nulla da invidiare agli altri due citati potentati economici quanto a rapporti con Israele, ma confidiamo che sarà per la prossima volta.

Una consapevolezza sempre maggiore

Si va anche diffondendo la convinzione che protestare oggi per la situazione in Palestina significa lottare per migliorare le condizioni sociali in Italia. Vuol dire quindi battersi contro l’ economia di guerra, la finanziaria del riarmo e per lo stanziamento di fondi a favore di salari, scuola, casa e sanità.  

Ma per far questo è necessario non disperdere il grande potenziale e la voglia di partecipazione che si sono espressi nei mesi scorsi, fino a quando non è scattata la gigantesca operazione di oscuramento mediatico. Un grande passo avanti nella consapevolezza della posta in gioco è dunque avvenuto in città.

L’ultimo tassello

Adesso manca un ultimo tassello. Prendere atto cioè, da parte di chi si è mobilitato in tutti questi mesi, che finché nel PD ci saranno dirigenti come Pina Picierno, Piero Fassino, Paolo Gentiloni, Emanuele Fiano e compagnia di simili che fanno i sindaci, gli assessori, i presidenti di Regione e i deputati, questo partito va collocato nella peggiore destra guerrafondaia. Anche nella Brescia della Giunta di Campo Largo ne sappiamo qualcosa.

Tutti gli esponenti del PD e degli alleati tipo Castelletti, a livello nazionale come a livello locale, sono per il riarmo miliardario della NATO e della UE, per l’escalation di guerra contro la Russia e la Cina, per il sostegno complice a Israele.

Costoro sono anche per la censura e il maccartismo verso chi rifiuti la guerra e denunci le complicità italiane con il genocidio israeliano a Gaza. Anche di questo qui a Brescia, città della Mozione IHRA, ne sappiamo qualcosa.

E come Giorgia Meloni, essi sono silenti o consenzienti verso gli attacchi vergognosi che subisce Francesca Albanese.

Finché tutti questi saranno dirigenti in un PD unito dal potere, le parole di Elly Schlein saranno solo chiacchiere elettorali. E Conte e Fratoianni affonderanno nel Campo Largo la credibilità delle loro posizioni pacifiste.

Bisogna smetterla di ritenere che per vincere contro la destra si debba stare per forza con il centrosinistra, a Roma come a Brescia. Al contrario la destra vince proprio perché c’è il PD. Quando ha governato in Italia ha fatto le stesse politiche della destra, forse con un po’ più di eleganza ma la sostanza era quella. Ora in Europa sta con Ursula von der Leyen. Per battere la destra non ci vuole un’altra destra, ma un cambiamento reale.

Riusciranno a riconoscere questa amara ma autentica verità le varie componenti del movimento Pro Pal a Brescia? E’ l’ auspicio di “Potere al Popolo”.

* da La Brescia del Popolo

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