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Brescia. Di qui non si passa

Nessuna sorpresa

Questa volta la città non si è fatta cogliere di sorpresa. Ai vari gruppi neofascisti, articolazione movimentista del governo nazionale e dell’opposizione di destra in Piazza Loggia, non è riuscito ieri ripetere l’ exploit dell’ anno scorso, quando proprio nella notte del 13 dicembre avevano stupito i cittadini con un loro truce corteo xenofobo e reazionario.

Al Parco Tarello infatti il Comitato «Remigrazione e riconquista», per rilanciare le “posizioni identitarie” contro l’immigrazione, aveva indetto un presidio. In prima battuta avrebbe dovuto essere addirittura una marcia per le vie del centro. Ma immediatamente la rete delle realtà della Sinistra extraparlamentare aveva annunciato una risposta adeguata.  Il questore, allora, aveva imposto solo “manifestazioni statiche” a tutti.

L’ Assemblea Permanente Antifascista- che coordina le varie espressioni della Brescia popolare che si colloca al di fuori del perimetro delle forze liberaldemocratiche che amministrano la città- hanno quindi optato per un presidio scegliendo simbolicamente Piazza Loggia.

In Largo Formentone poi un’altra risposta al Comitato «Remigrazione e Riconquista» è stata data dalla rete istituzionale «Io accolgo», che ha organizzato una manifestazione alla quale ha partecipato pure la sindaca Laura Castelletti.

Fatto sta che,  tra l’ una e l’ altra iniziativa, circa 3.500 persone si sono ritrovate nel cuore del centro cittadino per esprimere il loro no al fascismo e al razzismo.  

Il flop delle centurie nere

Alcuni manipoli di sedicenti “patrioti”, sventolando  bandiere tricolori, si sono invece radunati nei parcheggi di via Sardegna, via Sostegno e via Corsica per poi sfilare fino al Parco Tarello, dove hanno lanciato le loro invettive. In tutto qualche centinaio di sostenitori di teorie complottistiche e nostalgici del Ventennio. Hanno aggirato in questo modo il divieto di sfilare.

Però, considerando che si trattava della loro “prima uscita di piazza nazionale” nella città che avevano scelto come “capitale” del “Progetto Remigrazione” e nella quale erano confluiti quindi “camerati” provenienti da tutto il centro e il nord d’ Italia- compresi i leader di Casa Pound- il risultato può considerarsi ben al di sotto delle aspettative, checché ne dicano.  

E’ finita  l’epoca degli “opposti estremismi”

I gruppi della Sinistra extraparlamentare hanno da parte loro riunito almeno 2.500 abitanti di Brescia, hanno portato un omaggio alla Stele che ricorda i caduti di Piazza Loggia e poi hanno ottenuto un corteo su via San Faustino, fino a sciogliersi nel cuore del Carmine.

Ossia nel quartiere popolare per eccellenza di Brescia, ostile al fascismo fin dagli Anni Venti, focolaio della Resistenza cittadina dopo il 1943, esempio di accoglienza e civile convivenza ieri con gli emigrati provenienti dal Sud Italia, oggi con i migranti che arrivano dall’estero.

Per questo motivo, rifiutando “l’equiparazione di fascismo ed antifascismo, come se fossero due opposti estremismi e come se il fascismo fosse una legittima idea politica”, la manifestazione antirazzista ha sfilato per il quartiere.

Anche “Potere al Popolo!” ovviamente era presente con una propria significativa delegazione.

Le parole del corteo antifascista sono state chiare ed inequivocabili: “Ribadiamo la ferma opposizione sociale alla finanziaria del riarmo, al taglio di investimenti nella sanità pubblica, nell’istruzione, nelle politiche per la casa e l’ambiente, che portano a finanziare l’economia di guerra complice del genocidio in Palestina. La nostra sicurezza sono solidarietà, reddito e diritti sociali per tutti e per tutte”.

Arretramento del confronto politico

Al netto della piena riuscita della risposta della cittadinanza al nuovo tentativo di sfondamento razzista che può considerarsi completamente fallito, resta il fatto che il permanere di questo clima teso e surreale a Brescia provoca un degrado del confronto sui veri problemi attualmente in campo.

L’ elenco è lunghissimo. La marea di soldi per gli armamenti e le spese militari prevista dal governo, il crollo dei consumi alimentari, il crescere della povertà assoluta provocata dai salari sempre più bassi e dal rincaro fuori controllo anche dei generi di prima necessità, l’impossibilità di curarsi per molti anziani vista la disgregazione del sistema di assistenza sanitaria pubblica, l’emergenza abitativa.

Ma non caso le centurie nere che hanno rimesso piede il 13 dicembre a Brescia, ufficiosamente incoraggiate dal Governo attuale, la loro soluzione rozza e inconsistente la propongono ormai a viso aperto.

Indicano infatti il capro espiatorio su cui scaricare le responsabilità della crisi che sta attraversando il Paese. Non sono più gli Ebrei, come negli Anni Trenta-Quaranta del Novecento. Adesso sono i migranti il bersaglio! Da cacciare tutti, con qualsiasi mezzo. E “le forze comuniste che difendono i medesimi interessi del grande capitale che giurano di combattere: l’ingresso di manovalanza straniera sfruttata usata per tenere bloccati gli stipendi dei lavoratori italiani”…  

Insomma il supporto offerto nelle piazze a Giorgia Meloni e sodali da queste piccole ma aggressive formazioni ultra-nazionaliste e xenofobe è sempre più evidente. Perché esse deviano l’ attenzione dalle responsabilità vere di coloro che governano l’Italia tutelando gli interessi dei ceti benestanti e fregandosene sostanzialmente di tutto il resto.

Non per niente qui a Brescia, in occasione delle ultime elezioni comunali, le organizzazioni locali dei sedicenti “patrioti” avevano i propri candidati di riferimento all’ interno della lista di Fratelli d’ Italia.

Però hanno scelto la città meno adatta a prestarsi a fare da “capofila” per il loro “Progetto”.

La stragrande maggioranza della gente si chiede banalmente, infatti, che cosa succederebbe nel capoluogo e in provincia se i 138mila stranieri che contribuiscono al sistema economico e sociale lavorando nella siderurgia, nella filiera logistica e alimentare, nelle stalle industriali, nell’accudimento degli anziani non autosufficienti – ossia in tutte quelle “attività che gli Italiani preferiscono evitare” – fossero espulsi.

Comunque, finché non si faranno rispettare leggi e Costituzione antifascista e finché sarà consentito di scorrazzare a chi propaga l’odio razziale, esalta le “conquiste del Ventennio” e diffonde la paura, le forze della Sinistra extraparlamentare dovranno continuare a vigilare, mentre il confronto politico sulle vere responsabilità, sia a livello nazionale sia a livello locale, della situazione di degrado attuale resterà in secondo piano.

   * da La Brescia del Popolo

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