Con lo slogan «No alla guerra, sì ai diritti!» si è tenuta una nuova giornata di sciopero, il 17 dicembre, del personale dell’aeroporto “D’Annunzio” di Montichiari. E’ stata l’Unione Sindacale di Base (USB) a dar vita alla mobilitazione.
All’origine della protesta, un volo con materiale bellico diretto in Qatar. Ma è da oltre due anni che si susseguono episodi analoghi nello scalo commerciale. Del problema abbiamo avuto modo di parlare ampiamente e ripetutamente su “Brescia del Popolo”.
«Ancora una volta — ha dichiarato USB Brescia in una nota — l’aeroporto civile di Montichiari viene utilizzato per caricare armi. Ribadiamo che non lavoriamo per la guerra e denunciamo la progressiva militarizzazione di uno scalo civile».
Il sindacato ha sottolineato inoltre che i lavoratori «non vogliono essere complici di guerre o genocidi in nessuna parte del mondo». In questo senso, la movimentazione di carichi militari non rientra nelle mansioni per cui gli operatori sono contrattualizzati e comporta potenziali rischi per la sicurezza.
In contemporanea allo sciopero, dalle 10 alle 13, si è svolto un presidio di protesta, che ha visto confluire alcune decine di attivisti nei pressi dell’aeroporto.
Anche “Potere al Popolo!” con una sua rappresentanza vi ha partecipato.
E’ inaccettabile che, nonostante le preoccupazioni espresse e la volontà degli addetti di non essere complici, si continui a rendere pericoloso uno scalo civile. Si tratta inoltre di una questione etica e giuridica: nessuno può essere costretto, in un aeroporto civile, a partecipare a traffici di guerra in contrasto con i principi costituzionali.
Per tacere del fatto che ormai il “D’Annunzio” è individuato come obiettivo sensibile nel caso- tutt’ altro che remoto considerando l’ evoluzione della politica internazionale- del coinvolgimento dell’ Italia in un conflitto aperto con la Russia.
Pure vicende come quella del “D’Annunzio” dimostrano che per il governo Meloni la propaganda viene prima della dignità delle persone e della sicurezza nei luoghi di lavoro. Anche per questo, e perché taglia la spesa sociale, aumenta gli stanziamenti per l’ acquisto e la produzione di armi, obbedendo a tutti i banchieri e ai guerrafondai occidentali, può vantare il calo dello spread. Un governo di imbroglioni, finti sovranisti e veri servi di Draghi, Ursula von der Leyen, loro padroni in comproprietà con Trump.
Quanto alla Regione Lombardia, nelle mani da oltre un trentennio della Destra, ovvio che abbia scelto di tacere. Da più di sei mesi è bloccata la richiesta di audizione dei lavoratori in Commissione e la Giunta continua a rifiutare di prendere posizione.
* da La Brescia del Popolo
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa
