Tirocini di inclusione attiva, contrattini di tre mesi, borse lavoro a 800€ lordi, NON sono politiche attive per il lavoro ma forme di precarizzazione collettiva, che piegano sotto ricatto persone già in vulnerabilità sociale. Compito della futura amministrazione sarà quindi quello di lavorare in prospettiva e non nell’emergenza, prendendo posizione contro un modello di previdenza e assistenza sociale, che delegittima giovani, disoccupati e inoccupati, ad ogni livello decisionale possibile, dai Piani di Zona alla programmazione regionale. Non è la voglia di lavorare che manca, ma quella di investire in servizi di qualità e in condizioni di lavoro dignitose, che garantiscano: conciliazione dei tempi di vita e lavoro, turni di riposo, formazione, stabilizzazione del lavoro, efficacia e continuità del servizio.
REINTERNALIZZAZIONE DEI SERVIZI ESSENZIALI:
Esistono settori da cui non si può trarre profitto: SALUTE, SCUOLA, INFRASTRUTTURE. Non è più possibile lasciare che determinati servizi essenziali per il cittadino siano gestiti da chi vuole solamente ricavarne un guadagno, come i “prenditori privati” e le cooperative sociali, che di sociale hanno ben poco. Per questo vogliamo che l’Amministrazione lavori, ovunque possibile, per la reinternalizzazione di questi servizi, A GARANZIA DELL’ESERCIZIO DELLA LORO FUNZIONE PUBBLICA, lontano dalle leggi di mercato. E, laddove non sia possibile smantellare il sistema delle gare d’appalto, compito dell’Amministrazione sarà quello di porre come prerequisito essenziale per la partecipazione alle stesse IL RISPETTO DELLE TUTELE CONTRATTUALI MINIME e L’INTRODUZIONE DI UN SALARIO MINIMO DI 9€ L’ORA, proposta portata avanti a livello nazionale sia da diversi sindacati di base che da forze politiche d’alternativa come
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