L’aggressione di ieri sera a Moncalieri ai danni di Daisy Osakue, ventiduenne atleta italiana di origine nigeriana, rappresenta solo l’ultimo di una serie di episodi di aperto razzismo che stanno caratterizzando questa burrascosa estate.
Daisy stava tornando a casa nei pressi di corso Roma quando è stata raggiunta da diverse uova lanciate da un’auto in corsa, che l’hanno ferita all’occhio sinistro, mettendo a rischio la sua partecipazione ai prossimi Europei di atletica di Berlino. Ha dichiarato: “Non volevano colpire me come Daisy, volevano colpire me come ragazza di colore. In quella zona ci sono diverse prostitute, mi avranno scambiata per una di loro. Mi era già capitato di essere vittima di episodi di razzismo, ma solo verbali. Quando però si passa all’azione, significa che si è superato un altro muro“
Non si contano, in meno di due mesi di governo gialloverde e di Ministero dell’Interno a guida Salvini, le aggressioni a migranti (o presunti tali, come in questo caso), spesso con armi da fuoco. In due casi ci è anche scappato il morto: il 2 giugno in Calabria, con l’assassinio del bracciante e sindacalista Usb Soumaila Sacko; sabato sera ad Aprilia, con l’inseguimento e pestaggio a morte di un marocchino sospettato di essere un ladro. Non può sfuggire nemmeno il ferimento quasi a morte di una bambina rom di un anno, colpita da un colpo di pistola ad aria compressa un paio di settimane fa a Roma.
È evidente che siamo di fronte a una escalation di violenza razzista in tutto il paese, determinata dalla copertura politica assicurata dal governo e in particolare da Salvini, che sulla presunta emergenza migranti ha costruito le sue fortune politiche. “Sparare ai neri” diventa così un gesto tutto sommato giustificabile, il sintomo che un muro, come dice Daisy, è stato superato.
Si tratta tuttavia di un clima generale che, va sottolineato, non si è creato all’improvviso, ma è il risultato di un lungo processo di sdoganamento politico e mediatico di forze fasciste e apertamente xenofobe, che svolgono la funzione di canalizzare il malcontento sociale provocato dalle politiche di austerità verso la guerra tra poveri. Le lotte contro il razzismo e l’austerità vanno saldate in un percorso di ricomposizione di classe; altrimenti si corre il rischio di farsi sedurre da quelle forze politiche sedicenti progressiste, che ora agitano strumentalmente la bandiera dell’antirazzismo cercando di far dimenticare il ruolo decisivo da loro avuto nel portarci a questo punto.
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