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Nessun profitto sulla pandemia: anche Torino in piazza l’11 marzo

“Nessun profitto sulla pandemia. Contro la speculazione dei privati: vaccini pubblici”. Il lenzuolo di Potere al Popolo viene srotolato davanti alla sede Rai di Torino. Mi spettinano le bandiere vigorosamente sventolate dai giovani di “Noi restiamo” e dell’ “Opposizione studentesca d’alternativa”. Non lontano, i responsabili dei sindacati USB e CUB confabulano sul mancato sciopero dell’8 marzo nella Scuola.

Massimo Gabella apre una serie nutrita di interventi. «I vaccini sono una questione delicatissima in questo momento, eppure vediamo che i governi hanno versato un sacco di soldi pubblici a delle multinazionali il cui fine non è certamente il benessere collettivo ma il profitto privato e lo stiamo vedendo chiaramente dalle speculazioni, dalle oscillazioni dei prezzi e dell’approvvigionamento dei vaccini».

«Dopo un anno di pandemia, le nostre classi dirigenti vagano a tentoni e chi ne fa le spese è la popolazione, i morti continuano a salire, tutto ciò ci pone nella necessità di lavorare ad un cambiamento radicale ed immediato del modello di sviluppo e di organizzazione della società in cui viviamo».

«É da un anno che stiamo vedendo come la pandemia abbia fatto venire a galla dei nodi profondi del sistema economico e sociale in cui viviamo. Cuba ci indica un modello diverso, un vaccino prodotto interamente dal settore pubblico, questa non può che essere la strada. La ricerca pubblica, la medicina, la scienza devono essere riportate sotto il controllo pubblico e non del profitto privato. Non si può adottare un sistema come quello dei brevetti per i vaccini. Questo fa sì che sia limitata la ricerca e la diffusione di informazioni e si ritardi la collaborazione comune per un problema che riguarda tutti».

Si alterna al megafono Alberto Bausola, sempre di Potere al Popolo. Quella dei vaccini è «un’arma spuntata, la produzione va a rilento, con questo andazzo la popolazione italiana verrà vaccinata nel 2023. Le multinazionali quest’anno produrranno vaccini per appena l’1,5% della popolazione mondiale. Questo virus non verrà sconfitto se non in tutti i luoghi del mondo nello stesso istante. E’ necessario che venga sospeso il diritto di proprietà intellettuale sui brevetti, solo così si potranno produrre abbastanza vaccini per tutti. O lo sconfiggiamo ovunque o questo virus ritornerà sempre nelle sue mille varianti. La Pfizer per esempio ha annunciato per quest’anno profitti in crescita per 12,4 miliardi. Tra il nostro diritto alla salute e il diritto al profitto di queste multinazionali viene privilegiato il secondo».

Prende il microfono Simone di “Noi restiamo”. «I vaccini vengono venduti al miglior offerente, agli Stati che se lo possono permettere». Allarga la riflessione sul mondo universitario, divenuto elitario ed escludente. Si impedisce «l’accesso alla formazione superiore a tantissimi riducendo sempre di più quelle risorse di conoscenza e competenza che sarebbero utili adesso. Ce ne siamo accorti vedendo i nostri ospedali al collasso perché anche quando si aprivano nuovi reparti non c’erano i medici per poterli mantenere. L’Università caccia via gli allievi migliori precarizzando la ricerca, occorre ripensare il sistema della ricerca e della formazione».

Conclude Andrea, sempre di Potere al Popolo, cercando sul suo smartphon una traccia di riflessione. «E’ passato un anno esatto da quando la pandemia legata al Covid ha sconvolto le vite di noi tutti, è da un anno che soffriamo la solitudine, l’impossibilità di incontrarci di vedere i propri cari, di socializzare. In Italia l’avanzata della pandemia è stata gestita in termini emergenziali, con un susseguirsi di decreti che impedissero al sistema Paese di non incepparsi nel suo paradigma di produzione e consumo. Poco si è fatto sul reale benessere dei cittadini, su come alleviare il dolore della tragedia in corso.

I pochi investimenti sulla prevenzione nelle scuole, la mancanza di una seria inversione di rotta sulla medicina territoriale, i fari spenti sulla cultura sono ferite aperte. Dagli ultimi mesi del 2020 abbiamo assistito ad un bombardamento mediatico sull’arrivo dei vaccini, la panacea di tutti i mali, la scienza che si metteva al servizio dell’umanità per sconfiggere la pandemia. E’ stato solo uno spot che continua a giocare con la fiducia dei cittadini.

Il vaccino non appartiene a tutti noi, alle comunità bensì a poche case farmaceutiche e biotech che speculano sulle nostre vite e sulla pandemia attraverso le logiche dei brevetti. Chissà a che punto saremmo se invece di un’Europa delle banche, delle finanze ci fosse un’Europa delle salute!».

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