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Multe per violazione normative anti-Covid… ma solo ai No Tav

Ai militanti No Tav sono arrivate centinaia di multe da 400 euro per la violazione della normativa anti-Covid per aver partecipato a diverse manifestazioni non autorizzate durante i mesi delle restrizioni per la pandemia.

La Questura sta approfittando  degli strumenti giuridici offerti dalla pandemia  per colpire anche con sanzioni economiche gli attivisti del movimento No Tav che sono stati identificati “a vista” durante alcune manifestazioni in Valsusa, ma anche a chi ha partecipato al corteo del Primo maggio.

Poco conta che la maggior parte dei manifestanti multati indossasse correttamente la mascherina, così come non c’entrano eventuali violazioni agli spostamenti che nei mesi scorsi erano previste nelle zone arancioni e rosse. La motivazione usata dalla Digos è che durante la pandemia erano consentite dai Dpcm solo manifestazioni stanziali e quindi sono stati sanzionati tutti i presidi e i sit-in che si sono trasformati in cortei.

Nessuno degli attivisti multati è stato fermato sul posto per consegnargli la multa, ma sono stati tutti identificati perché persone note alle forze dell’ordine che li hanno visti sul posto o riconosciuti attraverso i filmati fatti dalla polizia durante le manifestazioni. E la multa è arrivata tempo dopo a casa. “Un’attenzione che non è stata riservata ad altre manifestazioni come quelle dei festeggiamenti per la nazionale agli Europeo di calcio”, denunciano gli avvocati dei No Tavche in queste settimane stanno raccogliendo i ricorsi contro le sanzioni.

 

 

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