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Torino. Manifestazione sotto l’Ispettorato contro la strage sul lavoro

Oggi abbiamo partecipato insieme ai sindacati di base e alle forze politiche conflittuali di questa città al presidio sotto l’Ispettorato del lavoro, dopo che questo weekend in via Genova hanno perso la vita tre operai, schiacciati da una Gru di 40 metri.

Mentre la lista delle morti bianche si allunga (siamo a più di 1000 nel 2021), l’età anagrafica di chi quotidianamente muore sui luoghi di lavoro si abbassa. L’Italia è stata definita dell’Economist “paese dell’anno”, un “premio” che ci è stato dato elogiando le riforme di Draghi e Del Governo delle larghe intese e il loro piano di “ripartenza dell’economia”. Eppure per morire sul posto di lavoro di anni ne bastano 20, come successo a Filippo qui a Torino, a Luana in Toscana e a tanti altri nel resto della penisola.

Il futuro per noi giovani è più nero che mai :con una disoccupazione giovanile al 27% e un 23% di neet, ci troviamo di fronte a un ricatto senza precedenti, a dover scegliere lavori pericolosi, senza alcuna tutela o nella migliore delle ipotesi affrontare un percorso di studi che salva solo poche eccellenza lasciando indietro tutti gli altri.

Mentre si spendono parole vuote su come il PNRR porterà benessere e respiro alle classi popolari, mentre Lo Russo ha costruito la sua campagna elettorale “sull’attenzione per i giovani”, la realtà ci appare per quello che è: milioni di euro regalati alle imprese che vedono la sicurezza sui posti di lavoro come un costo accessorio, inutile e da tagliare, la cancellazione delle visite a sorpresa degli ispettori del lavoro per volere di Brunetta e le parole del neo eletto sindaco di Torino che commenta quanto successo in via Genova con un “poteva andare peggio”.

Di fronte a un futuro di sfruttamento, miseria e morte non possiamo fare altro che organizzarci e lottare. Perché per questa classe politica criminale, per il padronato assassino, un morto in più è un rischio calcolato che si può accettare, mentre per noi è omicidio.

Quanto successo a Torino, la strage del Mottarone e la caduta del ponte Morandi non sono tragedie accidentali o incidenti che si verificano una tantum, ma il risultato di scelte politiche omicide, che tagliano sulla sicurezza, sul lavoro e sulla tutela in nome del profitto, del risparmio e della produttività.

Per questo è necessario introdurre il reato di omicidio sul lavoro. Siamo di fronte a una guerra di classe dall’alto che possiamo affrontare solo unendoci con tutti quei lavoratori che scelgono di organizzarsi e lottare, con quelle forze politiche e sindacali che, come l’11 ottobre e il 4 dicembre, hanno scelto di iniziare a costruire un’alternativa reale a questo sistema.

 

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