Il comune boccia il bonus contro il caro-bollette, ma la nostra mobilitazione contro i rincari continua
Dopo aver raccolto tutte le firme necessarie durante l’anno appena trascorso, oggi abbiamo presentato in un’audizione in Comune, alla presenza delle commissioni I (bilancio) e IV (welfare), la nostra proposta di un bonus contro il caro-bollette esteso anche alle utenze allacciate al teleriscaldamento.
Una proposta che nasce dalle esigenze di una cittadinanza falcidiata dal mix di inflazione e caro-bollette derivante dal conflitto in Ucraina, alimentato da Draghi come da Meloni. Di fronte a tutto questo i bonus governativi (dai quali è lasciato fuori il teleriscaldamento), come anche il bonus di Iren sul teleriscaldamento si sono rivelati insufficienti se rapportati all’entità della crisi.
Sempre più famiglie non riescono ad arrivare a fine mese e ad interi condomini vengono staccate le utenze, mentre Iren continua a registrare ingenti extraprofitti attraverso il teleriscaldamento.
Durante l’audizione, in risposta alla nostra presentazione, i diversi consiglieri e assessori intervenuti, sia di destra che di sinistra, hanno dimostrato una generale mancanza di volontà politica di occuparsi del problema.
Da un lato ritenendo sufficiente il bonus di Iren e le misure messe in campo a livello governativo, dall’altro sponsorizzando gli accordi ricercati con le fondazioni bancarie, come annunciato dall’assessore Rosatelli, che sono parte responsabile della crisi del debito e dell’emergenza abitativa torinese.
In pratica la giunta Lo Russo se ne lava le mani, scaricando la colpa sul governo Meloni, il quale però porta avanti le stesse politiche di Draghi, appoggiato anche dal centro sinistra.
In questa occasione abbiamo ribadito come il Comune debba recuperare un ruolo politico di tutela della cittadinanza, sia facendo pressione sul governo e su Iren per la totale redistribuzione degli extraprofitti, sia rimettendo in discussione il debito, i derivati e relativi interessi da strozzinaggio.
Quello di oggi è stato un primo passo. Noi continueremo a mobilitarci per una maggiore giustizia sociale che passa necessariamente da una ridiscussione delle politiche di spesa e da una ripubblicizzazione del settore energetico.
Costruiamo l’alternativa sociale!
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