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Lecce. La Digos all’università scheda chi si occupa di ambiente e Tap

La polizia è ormai fuori controllo e si arroga poteri altamente invasivi della libertà. Persino quella di pensiero, e persino dei professori universitari!

A Lecce, venerdì scorso, si è svolto un convegno sul tema dell’ambiente e del gasdotto Tap. Luogo: l’università salentina. Relatori: docenti universitari, ovviamente anche di altre sedi nazionali. Tra loro Alberto Acosta, economista ed ex ministro ecuadoriano (nel governo Correa).

Presenti: studenti, attivisti No Tap e la Digos locale, munti di telecamere esibite con esplicito intento minatorio, con tanto di richiesta dei documenti di identità a chi protestava, al punto da costringere il docente “straniero” – evidentemente non abituato alle modalità incredibili della polizia italiana – a chiedere esplicitamente spiegazioni al Rettore dell’Università di Lecce.

Com’è possibile che un convegno scientifico e giuridico – pubblico e pubblicizzato, anche con registrazione degli interventi da parte degli organizzatori – sia considerato un “pericolo per l’ordine pubblico”?

Il Rettore ha prontamente risposto che neanche lui era stato avvertito preventivamente della presenza degli agenti (come sarebbe invece obbligatorio, vista la storica “extraterritorialità” delle università).

Sull’”inquietante episodio” – per una volta ci sentiamo di usare questa abusata formula – è intervenuta l’associazione organizzatrice dell’evento, la “Bianca Guidetti Serra”, intitolata all’avvocatessa partigiana e garantista scomparsa qualche anno fa.

Come Associazione Bianca Guidetti Serra riteniamo che il 22 novembre scorso, durante lo svolgimento del Convegno “E’ reato difendere la Natura? L’uso asimmetrico del Diritto Penale nei conflitti ambientali”, la presenza di agenti della digos in servizio all’interno della sede dell’incontro (l’aula Ferrari del UniSalento), e nell’atrio di accesso, sia un fatto molto grave.

Riteniamo ulteriormente grave che uno dei suddetti agenti abbia potuto videoregistrare, all’interno dell’aula, gli studenti e i cittadini presenti e gli interventi dei relatori, con particolare attenzione a quello dell’avv. Elena Papadia, che verteva sul mancato rispetto delle linee guida dell’Osce a tutela dell’espressione del dissenso nel caso specifico degli attivisti salentini impegnati nella difesa della natura, contro gli espianti degli ulivi o contro il gasdotto Tap.

Riteniamo che la presenza plateale degli agenti in tale contesto non possa aver avuto altro significato che quello di “suggerire” all’ambiente universitario che certi temi è meglio non trattarli , suggerire agli studenti che a certi convegni è meglio non andare, suggerire agli avvocati dei movimenti di astenersi da dichiarazione pubbliche, se non si vuole finire “attenzionati”.

Come co-organizzatori del Convegno sentiamo la responsabilità di dover agire in tutela, a pari merito: dell’importante ospite straniero, il prof. Alberto Acosta Espinosa, che ha definito la presenza della polizia come “una intimidazione”.

Di tutti i relatori intervenuti al convegno, e in particolare dei nostri associati, gli avvocati Elena Papadia e Francesco Calabro, legali di riferimento degli attivisti salentini, e la dott.ssa Xenia Chiaramonte, esperta in criminalizzazione dei movimenti. Degli studenti e cittadini che, su nostro invito, sono venuti ad assistere ed intervenire a quello che pensavano fosse una libero confronto universitario, privo di pressioni e tentativi di condizionamento esterno”.

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