No al ritorno all’assistenzialismo imprenditoriale sulla nostra pelle
In circa venti anni sono stati impegnati fiumi di denaro pubblico per sostenere l’accoglienza dei braccianti con nessun risultato tangibile per la condizione degli stessi lavoratori, che indipendentemente dalla provenienza continuano a essere sfruttati e ghettizzati.
È la dimostrazione che solo avviando un percorso di presa di coscienza dei lavoratori è possibile arrivare a un avanzamento sul piano dei diritti e della dignità per venir fuori dal fango della miseria e dello sfruttamento.
Ed è quanto da quattro anni a questa parte stanno facendo i braccianti del Foggiano, segnatamente a Borgo Mezzanone e Torretta Antonacci e non solo attraverso il processo di sindacalizzazione.
Le lotte per la dignità hanno fatto sì che in quelle località arrivasse infrastruttura minima con l’installazione di container, l’arrivo di acqua potabile e una raccolta dei rifiuti se bene ancora inadeguata. Questi risultati sono il frutto di un faticoso processo di autodeterminazione degli abitanti stessi che hanno deciso di prendere il proprio destino in mando in modo organizzato.
Oggi questo processo finisce pesantemente sotto attacco, per via di un atto dirigenziale della Regione Puglia che intende trasformare l’insediamento dei braccianti in una sorta di “Centro d’accoglienza” espressione della solita politica volta più a foraggiare l’assistenzialismo imprenditoriale piuttosto che migliorare le reali condizioni delle persone.
Il Coordinamento lavoro agricolo USB dice chiaramente no alla trasformazione di Torretta Antonacci in centro di accoglienza, no al ritorno a politiche che non hanno mai prodotto emancipazione, no all’assistenzialismo imprenditoriale, no alle speculazioni politico-caritatevoli sulla pelle dei braccianti. Si alle politiche di sostegno all’autodeterminazione diretta dei braccianti.
Per questo giovedì 9 luglio manifesteremo dalle 10 a Bari davanti alla sede della Regione Puglia. Porteremo i nostri stivali infangati, porteremo frutta e verdura da consegnare al presidente Emiliano, al quale chiediamo ufficialmente un incontro e il ritiro dell’atto dirigenziale n°82 del 22 giugno 2020 a firma del dott. De Giosa Domenico.
Siamo nati liberi e vogliamo lavorare e vivere liberi.
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