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La Puglia è nostra. Riprendiamoci il futuro!

La Puglia che conosciamo e amiamo sta cambiando sotto i nostri occhi. Ci raccontano di una terra di successo, meta turistica globale, vetrina di eccellenze. Ma dietro le immagini da cartolina c’è la vita reale: basi militari proiettate verso la guerra; ospedali che chiudono, medici che mancano, liste d’attesa che negano il diritto alla cura; industrie in difficoltà; scuole che cadono a pezzi; trasporti inesistenti nelle aree interne, interi paesi abbandonati anche a causa della diffusa emigrazione meridionale e del calo demografico, la progressiva privatizzazione dei beni e del demanio pubblico e un destino di disoccupazione, di ricatto occupazionale e di salari insufficienti, oltre alla piaga dello sfruttamento criminale del lavoro agricolo sia migrante sia locale.

Nel frattempo, Taranto continua a vivere il dramma dell’ex ILVA, simbolo del ricatto tra salute e lavoro che da decenni avvelena cittadini e lavoratori, inquina aria e mare, dividendofamiglie e comunità. La promessa di bonifiche e riconversione è rimasta lettera morta, mentre si continuano a sacrificare la vita e la salute sull’altare di manovre speculative, finalizzate soltanto a una logica di profitto opposta ai principi sanciti dalla Costituzione, anziché favorire riconversione e ambientalizzazione.

Il turismo, da occasione di promozione per il territorio, si è trasformato spesso in fonte di speculazione e malessere: ha reso molte città invivibili, ha spinto gli affitti alle stelle e fatto salire il costo della vita, trascinando verso l’alto i prezzi di beni e servizi essenziali. Case trasformate in B&B hanno svuotato quartieri interi, espellendo le comunità storiche. Nei campi, nei ristoranti, nei magazzini e nei porti, migliaia di persone lavorano per pochi euro l’ora, spesso senza diritti e senza contratti, in condizioni di sfruttamento indegne. Anche il settore culturale, dietro festival e grandi eventi, nasconde in molti casi lavoro precario e sottopagato, travestito da “opportunità“.

L’agricoltura tradizionale, un tempo cuore pulsante dell’economia e dell’identità pugliese, è in crisi profonda. I piccoli appezzamenti e le produzioni di qualità vengono abbandonati o svenduti, mentre grandi interessi economici acquisiscono terre a basso prezzo per farne uso speculativo. Questa sottrazione di terra e valore alle comunità locali priva intere aree della loro ricchezza, della loro storia e del loro futuro.

Gli ostacoli, le discriminazioni, le violenze sono ancora all’ordine del giorno per le donne, per le persone lgbtqia+, per i migranti, per chi vive in condizioni di marginalità sociale e a questa ferita si aggiunge la piaga delle morti e degli infortuni sul lavoro. Una Puglia giusta non può esistere senza uguaglianza reale, senza il rispetto dei diritti sociali e civili di tutte e tutti.

La nostra terra è diventata piattaforma militare e corridoio energetico per interessi che non sono i nostri. Le sfide del futuro – energia, ambiente, clima – vengono affrontate con una visione miope, piegata al profitto e all’interesse. Boschi, coste, campagne vengono ceduti ai privati, pezzi interi di territorio consegnati a chi vede la Puglia come una miniera da sfruttare ed esaurire, non come una casa comune da vivere e custodire.

Noi crediamo che sia il momento di invertire la rotta. Vogliamo una Puglia giusta, dove il lavoro è stabile e dignitoso, dove i beni comuni restano pubblici, dove la sanità e l’istruzione funzionano, dove le scelte sul futuro energetico e ambientale nascono dal confronto con le comunità, dove nessuno viene lasciato indietro e i diritti di tutte e tutti vengono difesi. Una Puglia che dica no all’autonomia differenziata, che spaccherebbe ulteriormente il Paese aumentando le disuguaglianze e condannando il Sud a un destino di marginalità e arretratezza.

Riprenderci la Puglia significa riprenderci la voce, il diritto di decidere, la speranza dell’emancipazione nei nostri territori. Significa costruire un fronte ampio e radicato, capace di unire cittadini, lavoratori, studenti, associazioni e realtà politiche che rifiutano lo sfruttamento, la guerra e la militarizzazione, capace di restituire democrazia a chi non trova più ragioni per votare e per contribuire alla vita collettiva.

Per questo proponiamo la creazione di una lista unitaria e popolare per le elezioni regionali del prossimo autunno: un progetto politico della sinistra di classe che sia alternativa reale alla destra e al centrosinistra, che in questi decenni hanno compresso gli spazi democratici e hanno costruito in Puglia oligarchie e potentati politico-economici, perpetuando lo stesso modello di privatizzazioni, sfruttamento e subordinazione a interessi di pochi.

Per noi, discrimine fondamentale è l’impegno pacifista e antimperialista.

Lanciamo un appello alle associazioni, ai movimenti, a chiunque condivida questa visione, nel mondo del lavoro, della scuola, della sanità, della cultura e delle arti. È il momento di unire le nostre forze per costruire un fronte socialista alternativo che riporti le classi popolari al centro della politica e restituisca alla Puglia la dignità, la giustizia sociale e la pace che merita.

La Puglia è nostra. Il cambiamento comincia adesso.

Aderisci e firma inviando mail a riprendiamocilapuglia@gmail.com

Primi firmatari:

Partito Comunista Italiano
Potere al Popolo
Risorgimento Socialista
Casa del Popolo “Silvia Picci”

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1 Commento


  • Maria Calabrese

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