A 20 anni dalla prima vittoria di Nichi Vendola a Presidente della Regione Puglia, crediamo sia utile trarre un bilancio sulle scelte politiche e pratiche del centrosinistra pugliese in questo “lungo corso” di amministrazione regionale. Quella che poco più di 20 anni fa a sinistra era stata salutata come la “primavera pugliese”, ha assecondato e accelerato una stagione di privatizzazioni, compatibilità e ulteriore smembramento dell’amministrazione regionale in corti clientelari e blocchi di interesse economico.
Un processo che oggi trova la sua casa naturale nella candidatura di Antonio Decaro, sostenuta a latere anche da Michele Emiliano, nonostante l’assurda novella estiva a cui abbiamo assistito dentro il PD pugliese, tra “tensioni” e abbracci. E anche nonostante i chiacchiericci che vorrebbero presentare Decaro come un candidato “pulito”, in discontinuità con l’amministrazione precedente.
Ci sembra evidente che il “Campo larghissimo” (dai moderati a Rifondazione Comunista) che sostiene Decaro abbia dimostrato tutta la sua subalternità politica e ideologica al PD e al sistema di potere ormai ben consolidato in Puglia: questo blocco politico in fondo nasconde interessi ben diversi, che spaziano dai settori di spicco di Confindustria (specialmente quelli più legati ai processi di integrazione europea), fino alla galassia corrotta e clientelare delle cooperative e del Terzo Settore (modello Emilia-Romagna docet!).
Passando per pezzi della piccola-media imprenditoria pugliese, speculativa nel turismo e schiavistica nel lavoro agricolo (ne sanno qualcosa i braccianti del foggiano, come quelli di Torretta Antonacci, impegnati da anni nelle lotte per condizioni di vita e di lavoro degne), padroni e padroncini parassitari di aziende regionali o municipalizzate, già proiettati verso la privatizzazione e lo spacchettamento di queste a favore dei grandi capitali internazionali (do you remember Acquedotto Pugliese?).
La capitolazione politica del M5S e la scelta politica del PRC di appoggiare due candidati nella lista pentastellata che sostiene Decaro, dimostrano definitivamente la logica politicista ed elettoralista in cui è ingabbiata la “Sinistra”, senza alcuna prospettiva di indipendenza politica e organizzativa dal sistema affaristico della politica borghese e delle “primavere pugliesi” che hanno seminato solo rassegnazione e sfiducia. Scelte che pesano come macigni, specialmente se inquadrate all’interno dell’attuale congiuntura storica, in una fase di aumento delle spese militari e di rilancio dell’economia di guerra su scala continentale e nazionale.
Davanti a questo, il voto favorevole di Decaro per il piano ReArm Europe nella scorsa primavera, in veste di europarlamentare, rappresenta plasticamente il risvolto politico del retroterra elettorale, economico e materiale della sua candidatura in Regione e dall’altra il governismo opportunista della sinistra che lo sostiene. Ci sembra inutile specificarlo, ma non bastano i proclami che si possono fare in piazza o sui social da parte di quella lista o quell’altro candidato, dato che dopo 10 anni di permanenza della giunta Emiliano in via Gentile e 10 anni di Decaro come sindaco di Bari (per non parlare del Decaro europarlamentare…), si presume che faccia fede il bilancio della loro azione politica e pratica…
A distanza di due decenni si può dire che lo stato di salute della Puglia non sia minimamente soddisfacente né nel presente né nella prospettiva: e crediamo che alla vigilia del voto del 23-24 novembre, non basti più riabilitare la retorica dell’unità contro le destre, inoltre agitata proprio da chi in questi ultimi anni ha sostanzialmente sdoganato la destra all’interno degli organigrammi degli enti locali e delle aziende regionali, nella costruzione di un perfetto patto politico ed economico utile ad ingabbiare ogni istanza sociale e di progresso.
In questa cornice, crediamo ci sia un progetto di controtendenza che va sostenuto e rafforzato: si chiama Puglia Pacifista e Popolare, una lista unitaria che sostiene la candidatura di Ada Donno, composta da Potere al Popolo, Partito Comunista Italiano e Risorgimento Socialista. Il nome taglia già le gambe ad ogni ambiguità: non si può pensare di sostenere chi ha votato il piano di riarmo europeo (o il progetto di costruzione dell’esercito europeo) e allo stesso tempo essere dalla parte degli sfruttati, dei lavoratori, dei precari e dei giovani studenti disoccupati o pagati con salari da fame.
Questa lista non cade dal cielo, ma nasce dal lavoro dei compagni e delle compagne che in questi anni hanno deciso di non sottrarsi al lavoro necessario di ricostruzione di un’ipotesi di lotta organizzata e di classe, al di fuori della tenaglia del compatibilismo e dell’elettoralismo. Un progetto in cui hanno trovato casa forze organizzate, case del popolo, militanti nelle lotte sociali e ambientali, gli studenti e le studentesse che hanno lottato negli ultimi 4 anni in tutta la regione, spezzando anche nelle scuole e nelle università la pacificazione sociale imposta da questo modello di amministrazione.
È più che mai necessario oggi l’impegno nella costruzione di un progetto simile, scevro da qualsiasi logica clientelare, da qualsiasi subalternità al sistema neoliberista del profitto a tutti i costi, e che sia dal punto di vista politico autonomo e indipendente da qualsivoglia salsa di centrosinistra e di tatticismo, che non possono imbrigliare per l’ennesima volta le sacrosante istanze politiche e sociali di rinnovamento, soprattutto dopo le gigantesche manifestazioni di settembre e ottobre e il sentimento diffuso di radicalità che hanno espresso a sostegno della Palestina e contro le complicità politiche ed economiche del governo Meloni con il genocidio.
Per questo, Puglia Popolare e Pacifista va sostenuta convintamente il 23 e 24 novembre alle elezioni regionali pugliesi, nonostante la sfida dell’assurda soglia di sbarramento all’8% voluta dalla destra e avallata da Vendola ed Emiliano, ma anche oltre, come pezzo consapevole di un percorso che vuole combattere la sfiducia e la rassegnazione tra la nostra gente, contro il consociativismo dell’attuale blocco di potere. Bisogna davvero cambiare tutto, e pensiamo che questo passi anche dal voto per la lista Puglia Pacifista e Popolare il 23 e 24 novembre.
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