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Chi vuole davvero una Sardegna migliore lotta davvero per ottenerla

Il tradizionale concerto del primo maggio a Roma e il polverone seguito alle dichiarazioni del cantante Fedez hanno riportato con forza all’ordine del giorno il ddl Zan e le tematiche dei diritti civili.
La lotta contro la discriminazione per motivi di orientamento sessuale o identità di genere occupa le prime pagine dei giornali. Ma dietro le quinte dei concerti e degli eventi mediatici va avanti la conquista di roccaforti da parte dell’oscurantismo più subdolo, anche col consenso di tanti fra quelli che oggi giurano grande sensibilità.
Già da tempo Liberu ha lanciato una campagna per boicottare l’adesione dei comuni sardi al cosiddetto “Network Amici della Famiglia”, una rete composta da diverse associazioni tra cui alcune animate dal peggiore conservatorismo bigotto. Una delle associazioni che compongono questa rete, e che vorrebbero coadiuvare i comuni nelle tematiche sulla famiglia, è l’Associazione nazionale famiglie numerose, che ritiene che la famiglia debba essere solo quella rigorosamente eterosessuale, contraria al diritto al divorzio e all’interruzione di gravidanza, evidentemente convinta che la salvaguardia dei diritti di alcuni si acquisisca negando quelli di altri.
Abbiamo ripetutamente chiamato tutti gli amministratori alla responsabilità civile nel boicottaggio di questa rete, convinti che le politiche della famiglia di un comune non possano trovare come partner reti in cui sono attivi gruppi oltranzisti animati da fanatismo medievale. Sarebbe come lavorare a tematiche di educazione antifascista assieme a reti che di cui fanno parte Casa Pound e Forza Nuova.
Le nostre prime attività sono state quelle di portare questa battaglia tramite i nostri amministratori nei comuni che hanno mostrato aperture verso questa rete, appellandoci a tutte le forze sane e i buoni amministratori affinchè facessero lo stesso nei loro comuni.
Ci saremmo aspettati da parte degli amministratori di sinistra una maggiore partecipazione, ma tranne qualche caso sporadico si è preferito fare finta di niente.
Ci saremmo aspettati, di più, che gli amministratori indipendentisti cogliessero l’importanza di questa lotta, visto che raccontano di voler costruire una Sardegna migliore, ma al di fuori di quelli di Liberu non si è fatto nulla. Anzi, talvolta si è fatto esattamente l’opposto.
E’ di pochi giorni fa la notizia l’adesione del comune di Macomer, governato da un sindaco del Partito dei Sardi, al Network Amici della Famiglia. Ci lascia esterrefatti che una formazione indipendentista che a parole dichiara di sostenere i diritti civili, laddove amministra accetti di lavorare assieme a gruppi della peggiore reazione oscurantista.
Ma a lasciarci esterrefatti è anche l’imbarazzante silenzio dell’associazione Corona de Logu, che rappresenta una parte degli amministratori indipendentisti della Sardegna, che in maniera piuttosto cerchiobottista preferisce non schierarsi sull’argomento.
E’ veramente disarmante che amministratori e associazioni di amministratori indipendentisti ritengano di stare in silenzio o addirittura di aderire a collaborazioni con gruppi nemici dei diritti civili.
Crediamo che gli amministratori indipendentisti, se veramente vogliono porsi come alternativi alla mala politica italianista, debbano essere i primi a prendere posizione su argomenti spinosi e schierarsi risolutamente in tutti gli aspetti della nostra vita, incluso nella difesa dei diritti civili.
Chiamiamo tutti gli amministratori sardi, ed in particolare quelli indipendentisti e quelli di sinistra, a schierarsi apertamente contro il Network Amici della Famiglia, per la difesa dei diritti di tutti i cittadini sardi, nessuno escluso.
In attesa di un risveglio delle coscienze – e soprattutto delle azioni – noi di Liberu continueremo ad andare avanti in questa battaglia di civiltà per costruire una Sardegna migliore, fatta di gente libera, rispettata, uguale.

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