Da diverso tempo in Sardegna c’è un movimento antimilitarista, costituito da numerosi gruppi che lottano contro l’occupazione militare italiana e NATO.
Da alcuni mesi questa lotta si è intensificata e si è creata una importante convergenza tra i vari gruppi e militanti che si oppongono all’ennesimo utilizzo della nostra terra, addirittura anche fuori dalle solite zone sottoposte a servitù militari, per prepararsi a portare la guerra e bombardare altri popoli.
Numerose iniziative, dibattiti, flash mob, sit in, manifestazioni, sono stati organizzati insieme contro la guerra, contro le basi e le fabbriche di armi, contro la NATO, e contro gli effetti nefasti delle attuali politiche di guerra anche sulla nostra quotidianità e qualità di vita: aumento dell’inquinamento ambientale, “transizione energetica” orientata verso l’ulteriore utilizzo delle fonti fossili (americane però, non più russe!), aumento notevole degli investimenti su armamenti e contributi NATO, con totale abbandono dei settori portanti per la vita, quali istruzione, sanità e lavoro che garantiscono reale “sicurezza” alle popolazioni.
Di questa grande ondata contro la guerra, quasi nessuno spazio è stato dato dall’informazione!
E le Istituzioni sarde? Assenti e prone!
Improvvisamente dal 20 maggio tutto è cambiato! Come mai?
E’ stato sbattuta in prima pagina la notizia di una “bomba molotov” e quindi di un “attentato contro il Comando militare di via Torino a Cagliari”.
Molti tra Militari e Istituzioni avranno esultato!
Numerose sono state le immediate condanne per l’atto “vile e inaudito”..
Ci chiediamo se esiste ancora l’obbligo professionale ed etico della verifica dei fatti prima di darne pubblicazione, se esiste ancora un comitato di redazione all’interno delle testate giornalistiche che garantisca e tuteli il lettore dalle notizie false.
Il fatto è che, con una tempestività sospetta, Ministri e Istituzioni varie,
la presidente del Senato, il governatore Solinas che ha accettato che la Sardegna venisse accerchiata e bombardata anche al di fuori dei tempi e limiti concordati, subito si sono improvvisamente ricordati della Sardegna; ma non per affrontare e risolvere qualche nostro atavico problema ma per un semplice imbrattamento con finto sangue! forse proprio perché è finto, non è sangue vero!
Se alcuni giornalisti, Militari o rappresentanti delle Istituzioni speravano di intaccare così l’unità del movimento contro la guerra, si sono sbagliati. Non ci sono riusciti, la campagna di criminalizzazione non ha funzionato.
Il 22 la manifestazione fatta a Teulada, nonostante il caldo torrido,è andata benissimo, è stata molto partecipata, finalmente anche da parte dei giornalisti.
E’ ora che apriamo tutti gli occhi su quanto avviene, su come si sta tentando di stravolgere la nostra vita, controllandola e militarizzandola in tutti i campi, nel tentativo di sottometterci tutti ad un pensiero unico imposto dalle lobby economico-finanziarie e dalle industrie di guerra.
*Federazione del Sociale Usb-Sardegna
** Cagliari Social Forum e Usb/pensionati
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