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Catania. Presidio antifascista contro il razzismo

A Catania, giovedì 18 maggio, alle ore 17, si svolgerà un presidio in via Etnea, angolo via Prefettura, organizzato dalla RETE CATANESE ANTIRAZZISTA e dalla RETE CATANESE CONTRO IL G7 per esprimere solidarietà alle ONG delle navi umanitarie, che hanno salvato migliaia di vite umane, per contrastare la campagna di criminalizzazione nei loro confronti e per condannare la vile provocazione fascista ai danni di una nave di SOS Mediterranèe.

"Nella notte del 12 maggio – si legge nel volantino/appello dei compagni – all’interno del porto di Catania un gommone con a bordo 4 provocatori fascisti ha tentato di fermare la nave Aquarius di SOS Mediterranèe in partenza per un’operazione di soccorso. Se questi teppisti, alcuni venuti dall’Austria, appartenenti a "Generazione identitaria" arrivano a tanto è perché pensano di strumentalizzare ed esasperare un’ignobile campagna di diffamazione del prezioso intervento delle navi umanitarie. Chi ha interesse ad esasperare la situazione? Dalla fine dell’anno scorso l’agenzia Frontex e certi “servizi segreti” dei governi europei diffondono infamanti e false accuse di collusione con i trafficanti alle ONG delle navi umanitarie, purtroppo buona parte dei mezzi di comunicazione, anziché verificare l’attendibilità delle fonti e dei fatti hanno amplificato il clima d’intolleranza verso i soccorsi in mare, oggettivamente giustificando i deliri xenofobi di forze politiche apertamente razziste, nonostante la “istigazione all’odio razziale” sia un reato perseguibile in base alla legge Mancino (n.205 del ’93)". 

"Di certo – continua il documento – intanto, ci sono solo le operazioni di “soccorso”, meglio di cattura, svolte dalle motovedette libiche in acque internazionali, nelle stesse acque nelle quali fino a poche settimane fa operavano le navi umanitarie con la copertura delle navi militari europee. Interventi di “soccorso” che assumono le modalità, ed hanno i risultati, di veri e propri respingimenti collettivi, perché operati d’intesa con le autorità italiane.

Le navi umanitarie sempre più spesso sono testimoni di veri e propri sequestri di persona in acque internazionali, operati dalle navi della guardia costiera libica. Ogni intervento dei libici, per bloccare i gommoni in fuga, è segnato da una lista infinita di morti e di dispersi senza nome. Ancora oggi, come nello scorso fine settimana, morti e dispersi, e la responsabilità non può essere fatta ricadere su chi soccorre, ma su chi ha ritirato le navi più a nord o esegue soccorsi tardivi".

"Invitiamo l’associazionismo, i media e tutta la cittadinanza – conclude l'appello – ad approfondire la conoscenza di questa tragica realtà ed a esprimere concretamente la propria Solidarietà alle ONG delle navi umanitarie sostenendo economicamente le loro attività. Rete Antirazzista Catanese, Rete catanese contro il G7 ".

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