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Palermo. La manifestazione Usb Scuola cntro la “deportazione renziana”

Il caldissimo 2 agosto, a Palermo, è stato caratterizzato dalla mobilitazione regionale delle lavoratrici e dei lavoratori della scuola pubblica statale contro “la 107”. La manifestazione – che ha visto la partecipazione di oltre 300 persone – si è svolta davanti all’Assemblea regionale siciliana (Ars), ed è stata promossa dal comitato docenti “Non si svuota il sud”, contro gli esiti della mobilità. Manifestazione sostenuta dall’USB Scuola Sicilia “per rilanciare la mobilitazione per una scuola pubblica laica e democratica”.

Tantissimi gli interventi da parte delle lavoratrici e dei lavoratori. Fra gli interventi quello di Luigi Del Prete dell’USB Scuola: “Le docenti e i docenti esiliati al Nord chiedono l’immediato intervento della Regione e dell’USR Sicilia per affrontare la drammatica situazione degli insegnanti che il 1 settembre dovranno lasciare i loro affetti dopo aver lavorato per anni in Sicilia … La legge 107 ha svuotato il sud, i lavoratori del sud rivogliono le loro cattedre”.

“La legge 107 – si legge nel comunicato diffuso dall’USB Scuola Sicilia sulla proesta del 2 agosto- ha segnato una svolta decisiva nel processo di smantellamento della scuola pubblica statale, condannando al trasferimento coatto centinaia di docenti e riducendo i posti per le immissioni in ruolo.

Gli esiti della mobilità dimostrano ancora una volta come la legge 107 abbia condannato all’esilio migliaia di lavoratrici e lavoratori della scuola che per più di quindici anni avevano lavorato nelle proprie terre. Una nuova questione meridionale che coinvolge una massa di lavoratrici del sud e con un’età media di 53 anni, che senza una massiccia trasformazione dell’organico di fatto in diritto e il potenziamento del tempo pieno, vedranno la loro carriera lavorativa terminare al Nord Italia fino alla pensione. Un dramma sociale che disgrega famiglie e spezza esperienze lavorative decennali e che dimostra come la legge 107 abbia devastato la scuola pubblica statale e ridotto i lavoratori a pedine di una mobilità coatta.
Chiediamo al MIUR un intervento straordinario che trasformi tutto (100.000 posti ogni anno) l’organico di fatto in organico di diritto.

Crediamo che solo un piano che converta i 150.000 posti dell’organico di fatto in organico di diritto e l’ampliamento del tempo pieno al sud Italia possa mettere fine alla guerra tra poveri e tra categorie di docenti, consentendo ai docenti forzatamente trasferiti di tornare alle loro famiglie, ai precari e ai vincitori di concorso di raggiungere l’agognato ruolo.
Basta guerre tra poveri e soluzioni tampone che dividono il mondo della scuola. Sappiamo bene che non è il ruolo o la precarietà a definire la qualità di un docente e che il lavoro che svolgiamo è lo stesso qualunque sia il nostro inquadramento. Lasciamo a Cgil, Cisl, Uil e Snals il gioco sporco di mettere lavoratori contro lavoratori, così come è stato fatto con il contratto su trasferimenti e assegnazioni provvisorie.

Come USB siamo da sempre contrari a quanti alimentano la divisione tra lavoratori e non dimentichiamo che nelle scuole non ci sono solo i docenti, ma anche i collaboratori scolastici e gli amministrativi, che vivono condizioni di lavoro disastrose. Per garantire loro una condizione di lavoro decente che non scivoli nello sfruttamento, come già troppo spesso accade, nonché un servizio pubblico decoroso per l’utenza, è necessario l’aumento degli organici e lo sblocco delle supplenze.

L’USB Scuola crede e lotta per l’unità di tutti i lavoratori. Noi lavoratori non abbiamo nemici tra gli altri lavoratori. Riteniamo, infatti, che sia necessario aprire gli occhi rispetto all’attacco che da troppi anni subiscono i lavoratori dei settori pubblico e privato. Solo insieme unendo le nostre lotte potremo riprenderci tutto!”.

Nella tarda mattinata, una nutrita delegazione di manifestanti ha incontrato, all’interno dello storico palazzo regionale, amministratori regionali e rappresentanti di varie forze politiche presenti all’Ars. C’era in programma un incontro con il presidente della regione Rosario Crocetta. A tutti sono stati illustrati i disagi che comporta la mobilità-deportazione. E tutti hanno, ovviamente, espresso la loro volontà politica per risolvere la questione. C’è tempo fino a novembre, quando si svolgeranno le elezioni regionali e la campagna elettorale si sarà conclusa. Peccato, che, già l’1 settembre, l’esodo “svuota Sud” è già iniziato, per l’ennesima volta.

 

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