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Catania. Precari dell’università in sciopero degli appelli

L’anno accademico 2017/2018 si apre con lo sciopero degli appelli indetto per la prima sessione autunnale, sciopero sottoscritto e firmato da più di 5000 docenti e ricercatori in tutta Italia. Da anni non si metteva in discussione l’Università pubblica statale con uno sciopero di tale portata, che mette nuovamente al centro del dibattito pubblico il mondo della formazione. Lo sciopero indetto dai docenti ha, comunque, i connotati di uno sciopero che rivendica gli interessi dei soli docenti, contro il blocco degli scatti stipendiali dal 2011 al 2015. “Scioperare per il solo blocco degli stipendi – è la critica che viene mossa dal movimento studendesco universitario e non solo da esso – in un contesto nel quale vengono negati i più basilari diritti allo studente universitario, ai dottorandi e ai ricercatori strutturati, e così via, è effettivamente riduttivo e non centra il nocciolo della questione: sono anni che l’università pubblica è oggetto di gravi politiche di disinvestimento, divisone e competitività , aziendalizzazione e privatizzazione”.

Per affrontare l’argomento, ieri pomeriggio, presso l’ex Monastero dei Benedettini, si è svolta un’ assemblea d’ateneo organizzata dal “Coordinamento Universitario Catania”, appunto, sul tema ” STUDENTI, DOCENTI, RICERCATORI: CONFRONTIAMOCI SULLO SCIOPERO DEGLI APPELLI! TUTTO IL MONDO DELLA FORMAZIONE UNITO! RIPRENDIAMOCI IL DIRITTO ALLO STUDIO!””.

“COME STUDENTI E STUDENTESSE DELL’UNIVERSITA’ DI CATANIA – hanno spiegato gli organizzatori – ABBIAMO SCELTO DI CONVOCARE UN’ASSEMBLEA STUDENTESCA CON LA PRESENZA DI DOCENTI, RICERCATORI E DOTTORANDI PER DISCUTERE INSIEME I SEGUENTI PUNTI:

– Sciopero degli appelli: quali prospettive? Riconosciamo il diritto dei docenti di scioperare, nonostante sia a nostro svantaggio, ma sappiamo bene che uno sciopero che interessa solo i docenti come questo non ha prospettive per mettere in discussione il mondo dell’università oggi. Discutiamo insieme come poter sollevare i problemi a noi cari (erogazione delle borse di studio, accesso agli alloggi universitari, caro-affitti, accesso a strutture qualificate ecc) e se è possibile (in caso come) metterli in connessione con i docenti che sciopereranno.

– Negli scorsi anni sono stati diversi gli sprechi dell’ateneo di Catania: da strutture inaugurate anni dopo la presunta data di completamento (vedi Torre biologica), a centri aperti e malutilizzati (vedi la città della scienza), da sprechi per porte scorrevoli, divanetti e cose futili, a residenze universitarie con pochi alloggi e, sopratutto, con carenze strutturali. Vogliamo che gli studenti siano al centro di ogni progetto e non possiamo accettare che nuovamente si presentino sprechi simili, lanciamo dunque una raccolta firme per l’apertura e la sistemazione di spazi che appartengono all’ateneo ma non vengono adeguatamente sfruttati.

– Le proteste degli scorsi anni contro la VQR non hanno prodotto granchè, tuttavia il sistema di valutazione della qualità della ricerca ha prodotto enormi svantaggi per gli studenti del Meridione, i quali sono ugualmente meritevoli rispetto a tutti gli altri, ma che vivono in un contesto nel quale a causa degli algoritmi che governano il sistema della valutazione (è importante sottolineare come questi appartengano alle logiche del mercato) si ritrovano i propri luoghi della formazione annualmente definanziati.

– Il portale studenti è uno strumento di gestione della nostra carriera universitaria, ed è fondamentale. Riteniamo però che il sistema telematico del nostro ateneo abbia delle mancanze rispetto a sistemi più avanzati ed efficienti. Inoltre Unict, quando si tratta di proporre stage poco retribuiti dei suoi partner, ha pronte le nostre e-mail da fornire alle aziende; quando però si tratta di comunicazioni importanti che riguardano la didattica, nessuno si interessa ad avvisarci tempestivamente. Sono cose semplici che si possono risolvere con poche risorse e poco tempo.

– E’ fondamentale rendersi conto che non v’è crescita senza investimento: il “Fondo di Funzionamento Ordinario” (FFO) dell’università DEVE essere al centro dell’attenzione delle politiche del governo…”.

RELATORI dell’assemblea sono stati Attilio Scuderi, docente di critica letteraria e letterature comparate, Alberto Giovanni Biuso, docente di filosofia teoretica (non presente, è stato letto il suo intervento), Gianni Piazza, docente di sociologia dei fenomeni politici (” Unirsi in lotte comuni in cui docenti, studenti, ricercatori e dottorandi, si possano rivendicare un’università migliore rispetto a quella che viviamo adesso”), Giuliana Sorci, dottoranda del dipartimento di scienze politiche.

A seguire, fra altri, gli interventi di Simone Di Stefano, del Coordinamento Universitario, e di Claudia Urzì, del Coordinamento nazionale dell’USB Scuola. La compagna Urzì ha centrato il suo articolato intervento sul ruolo delle direttive UE sull’istruzione: “Esiste un progetto europeo sull’ istruzione. Le controriforme in atto a livello europeo sono strettamente collegate alle direttive dell’UE sulla formazione, dalla Scuola all’ Università”. In questo contesto : “L’ obiettivo principale dell’ Alternanza scuola lavoro è quello di creare un mercato unico per un ceto lavorativo da impiegare principalmente nel settore terziario, formato da persone con una qualifica che va dal diploma ai titoli post – laurea “.

 

 

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