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Catania. La Rivoluzione d’Ottobre attraverso il Majakovskij di Manenti

A Catania, la sezione PCI “Olga Benario” , in occasione del centenario della Rivoluzione d’Ottobre, ha ospitato la mostra di illustrazioni dell’artista siciliano Guglielmo Manenti dedicata al poeta cubofuturista russo Vladimir Majakovskij.

Chi è Guglielmo Manent?

Nato a Scicli nel 1976, vive e lavora a Modica. Illustratore, pittore e regista di film d’animazione, formatosi a Bologna, Londra e Berlino. Ha esposto le proprie opere in mostre personali e collettive dal 1996. Ha realizzato illustrazioni per diversi libri in Italia (fra l’altro la prima versione a fumetti italiana dell’ “Ulisse” di Joyce) e all’estero (Verlag Franckh Gedanken aus Schwerkraftland” mit Texten von Alexander Graeff e Klett), e collabora come disegnatore per numerose riviste e pubblicazioni, cercando di coniugare le proprie attività artistiche con l’impegno politico e sociale.

Molte sue illustrazioni sono diventate “slogan illustrati” contro il MUOS di Niscemi e, recentemente, anche contro il G7 di Taormina . Ha, inoltre, pubblicato e realizzato scenografie, installazioni e performance. Dal 2006 è regista delle video-azioni “EX” per un Bestiario Urbano, in collaborazione con la casa di produzione Extempora di Ragusa e dal 2007 si dedica alla realizzazione di video di animazione, partecipando a festival di cortometraggi per tutta Europa.

Nell’ambito della mostra, abbiamo intervistato Guglielmo, il quale, nella presentazione deile sue opere, ha curato principalmente l’aspetto personale dell’uomo Majakovskij, prima, durante e dopo la Rivoluzione del 1917, fino alla morte suicida.

 

Come nasce il tuo interesse per il poeta e l’uomo Majakovskij?

Ho sempre avuto una passione per la letteratura russa per quelle atmosfere bianche di paesaggi invernali innevati che sembrano accentuare ancora di più i caratteri contrastati di alcuni personaggi.

In molti di questi scrittori e artisti slavi trovo una riflessione profonda sul potere e sulle sue contraddizioni. Tutto questo rimane fortemente attento alle forme sperimentali di scrittura. La biografia di Majakovskij è esemplare in questo, mi ha permesso di affrontare la Rivoluzione russa da un punto di vista unico. Questo scrittore, considerato il cantore di quei giorni di rivoluzione, un vero e proprio simbolo, riusciva a rendere l’entusiasmo e il coraggio di un popolo in rivolta nei suoi versi, ma allo stesso tempo registrava nei suoi scritti tutte le contraddizioni che vedeva intorno a sé “.

 

Majakovskij è attuale?

Majakovskij scelse di vivere in maniera piena il suo tempo e di mescolare la sua poesia e le sue tante produzioni artistiche alla realtà che lo stava circondando. E in questo continuo a trovare la sua attualità. L’arte può aiutare a comprendere e a mettere a fuoco aspetti del mondo che ci circondano. In Majakovskij l’idea di rivoluzionario e quella dell’artista coincidevano “.

La Sicilia è presente in gran parte dei tuoi lavori. Le tue mostre sono dei veri e propri racconti. Ci racconterai anche la mafia?

“Nella mia produzione giornaliera di vignette su Facebook cerco di raccontare le tante sfaccettature ridicole e contraddittorie di un decadimento costante della realtà politica siciliana inserendola su un piano internazionale come per il discorso legato al Muos e alle basi americane o alle compagnie petrolifere. Allo stesso tempo cerco di seguire graficamente alcuni movimenti antagonisti che cercano di opporsi alle tante derive politiche di questi anni. Spero di aggiungere alle discussioni e al linguaggio del Movimento una nota ironica, non ho mai capito perché all’idea di impegno si debba accostare una visione grigia di seriosità, certe cose possono essere dette chiaramente anche con un sorriso.

Ritornando alla tua domanda, io cerco di affrontare il discorso sulle mafie seguendo alcuni casi di malaffare legati al territorio in cui vivo, cercando di seguire quelli che sono i tanti travestimenti che l’economia criminale di oggi trova. Quindi le lobby del cemento che dietro il discorso turistico di sviluppo cementificano zone protette. Il discorso dei rifiuti, gli interessi nell’economia delle energie verdi, la compravendita di voti ecc. I temi in cui trovo una cultura mafiosa sono tanti. Inoltre in molte produzioni fumettistiche che ho visto in questi anni fatti sulle biografie di personaggi della mafia o su eroi dell’antimafia trovo il rischio di farne dei santini. La capacità della mafia sta nel trovare costantemente nuove maschere“.

Durante l’evento cui, nell’organizzazione, ha dato un notevole contributo la FGCI, la lettura di Angela Bonanno di alcune poesie del poeta cubofuturista, il concerto strumentale di Stefano Meli e la cena sociale.

 

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