Catania si mobilita contro la malamministrazione comunale, che, con giunte di centrodestra e di centrosinistra – queste ultime apertamente sostenute da CGIL CISL UIL – ha portato il comune al dissesto. Prima ancora che venisse proclamato ufficialmente il dissesto, nell’ambito di una serie di assemblee promosse dal movimento Catania Bene Comune, si è costituita la piattaforma che ha indetto, per il 13 novembre, una manifestazione che si terrà in piazza Duomo, davanti al palazzo municipale.
Ecco il testo integrale del documento sulla manifestazione del 13 novembre, con le adesioni fin qui pervenute:
“Difendiamo i servizi pubblici, i posti di lavoro e il futuro di Catania.
Le politiche di austerità imposte dell’Unione Europea, i tagli ai finanziamenti agli enti locali (il 70% in vent’anni), il federalismo fiscale che ha rotto la solidarietà tra regioni povere e regioni ricche, la speculazione sul debito pubblico delle banche e di Cassa Depositi e Prestiti, le cattive gestioni delle amministrazioni comunali guidate da Scapagnini, Stancanelli e Bianco hanno portato Catania al fallimento politico, amministrativo e finanziario.
I partiti politici di centrodestra e centrosinistra, la dirigenza catanese delle organizzazioni sindacali confederali, ampi settori dell’imprenditoria, i vertici delle corporazioni professionali e pezzi della magistratura hanno negli ultimi decenni costituito un blocco consociativo complice e artefice del saccheggio della città. Clientele, affari, infiltrazioni mafiose, privatizzazioni hanno impoverito la città a tal punto da causare una devastante recessione economica, l’abbandono dei quartieri popolari, l’emigrazione di migliaia di giovani e adesso il fallimento finanziario. Il Sindaco Pogliese è in perfetta continuità con chi ha amministrato Catania fino ad oggi e non può oggi pensare di cancellare le responsabilità del centrodestra mendicando un’elemosina dal Governo.
La dichiarazione di dissesto finanziario richiesta dalla Corte dei Conti per l’impossibilità di ripagare un miliardo e seicento milioni di euro di debiti e per l’impossibilità del Comune di far fronte alla spesa corrente (stipendi, fatture, servizi essenziali, manutenzioni), non è un evento da temere o da rifuggire. Le tasse sono già ai massimali, i servizi a domanda individuale richiedono già tariffe altissime, i debiti non vengono già adesso pagati. Il dissesto è la condizione che vive già oggi la città, per responsabilità precise di chi ha governato Catania e l’Italia negli ultimi anni.
Non possono però essere le cittadine e i cittadini catanesi a pagarne il pesantissimo prezzo: già in queste ore sono migliaia le lavoratrici e i lavoratori che non stanno percependo lo stipendio, decine le aziende a cui il Comune non sta pagando le fatture e saranno molti i servizi pubblici che nei prossimi giorni non potranno più essere assicurati.
Catania non ha bisogno oggi di elemosine dal Governo. Il Comune di Catania è strutturalmente in deficit. La povertà di ampie fasce della popolazione e un’economia in profonda recessione impediscono all’ente locale di far fronte solo con le proprie entrate ai servizi essenziali di cui i cittadini hanno diritto. Per salvare davvero Catania non sono utili scorciatoie, serve cambiare tutto!
Martedì 13 novembre saremo in piazza per denunciare i veri artefici del dissesto e per:
L’abolizione del federalismo fiscale e per chiedere maggiori finanziamenti strutturali agli enti locali.
L’annullamento del debito pubblico determinato da speculazioni bancarie e affariste.
La difesa dei servizi pubblici locali, contro la loro privatizzazione. Per una riorganizzazione delle società partecipate che elimini gli sprechi e garantisca i posti di lavoro.
La ripubblicizzazione della gestione dei rifiuti, dell’acqua, dei servizi di manutenzione e pulizia delle strutture comunali.
La difesa dei posti di lavoro e il pagamento puntuale degli stipendi.
L’eliminazione delle spese clientelari, delle consulenze nelle società partecipate e degli sperperi delle risorse pubbliche per progetti inutili. Servono progetti che cambino la città, migliorandone la qualità di vita e contestualmente creando lavoro, rimettendo in moto l’economia, con il contributo di tutte e tutti, cittadine e cittadini, attraverso una partecipazione attiva al governo della città.
Un’altra Catania che produce, lavora per il bene comune ed è ricca di solidarietà.
Per adesioni:
Arci
Gapa
Palestra Lupo
Comitato Popolare Antico Corso
I Siciliani giovani
Spazi Sociali Catania
Catania Bene Comune
Rifondazione Comunista,
Sezione Olga Benario PCI
Sinistra Italiana Catania
La Ragna-Tela
Città Felice
Coordinamento Democrazia Costituzionale,
Officina Rebelde
Federazione del Sociale USB Catania
ASIA USB Catania,
Anpi Catania
Rete Antirazzista Catanese”.
– Il 17 novembre, un’altra manifestazione, questa indetta da Potere al Popolo Catania. Proprio oggi, alle ore 18,30, presso il CPO Cola Pesce, si svolgerà un’assemblea per stabilire tempi e modalità per la manifestazione, che prevede un corteo.
– In una nota, ASIA USB Catania evidenzia come si aggravaa Catania la già pesante situazione dei senzatetto : ” Con il dissesto del comune si aggrava in modo particolare , in un comune che non ha mai avuto un Piano casa, come del resto la stessa Regione Siciliana, la già dura situazione dei senzatetto, mentre sfratti e sgomberi in fase di esecuzione non saranno sospesi. ASIA USB chiede l’immediato blocco di sfratti sgomberi e pignoramenti. Non è possibile criminalizzare la povertà, in modo particolare in una città dove tutte le amministrazioni comunali, comprese quelle che hanno avuto assessori dirigenti del sindacato giallo CGIL CISL UIL, non hanno praticato politiche siciali, ma condotto al dissesto il comune…”
Orazio Vasta
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