Di recente il Presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci ha annunciato un provvedimento straordinario per l’esenzione delle tasse universitarie, per il prossimo anno accademico, per studentesse e studenti che rientreranno a studiare nell’isola
Si tratta di un incentivo al ritorno che tuttavia non farà altro che formare lavoratori qualificati che saranno costretti a riemigrare, una volta laureati, al nord o all’estero in cerca di occupazione all’altezza del titolo di studio conseguito, in assenza di prospettive adeguate sull’isola. Un incentivo al ritorno dunque decisamente inefficace.
È un affare da circa 4 milioni di euro in mano alla gestione e agli accordi politici di rettorati e Regione che, da un lato, rimette al centro la questione dell’emigrazione giovanile e studentesca, ma che di certo sembra più una marchetta politica che non la volontà di intervenire seriamente su una problematica seria, atavica e strutturale.
Di fronte all’allargamento della “no tax area” promesso dal governo con il “Dl rilancio”, questa misura va ad inserirsi in un meccanismo di selezione all’ingresso che conosciamo bene: gli studenti universitari che hanno già una carriera attiva al nord o che potranno permettersi, stringendo la cinghia, di intraprenderla, sceglieranno comunque di non rientrare mentre gli altri andranno a ingrossare le immatricolazioni degli atenei della Sicilia.
Contenti i rettori, ingannati e divisi noi: si tratta di pura propaganda.
Come Coordinamento giovani, studenti e precari siciliani ci mobilitiamo da più di un mese per soluzioni concrete nell’emergenza sanitaria ed economica su affitti, utenze, diritto al ritorno e diritto allo studio e abbiamo lanciato un appello contro l’emigrazione a partire dalla consapevolezza che l’abbandono della nostra terra, la precarietà e la disoccupazione galoppante, la mancanza di servizi e di strutture universitarie adeguate erano, sono e rimangono le vere emergenze da risolvere.
Riteniamo inaccettabile la discriminazione operata nei confronti degli studenti e delle studentesse già iscritte negli atenei dell’isola, ai quali non è stata data nessuna risposta sul diritto allo studio e sulla questione del pagamento degli affitti e delle utenze.
Occorre eliminare le rate di iscrizione all’università ma vanno prese misure serie per implementare qualità e servizi negli atenei siciliani: non vogliamo essere considerati solo come numeri per permettere agli atenei di accreditarsi con l’Anvur, ma ci batteremo per stravolgere le priorità nel mondo dell’università.
Infine, non possiamo accettare la mancanza di proposte per i lavoratori e giovani precari emigrati: l’emigrazione giovanile è un fenomeno che non riguarda solo gli studenti, ma anche i tanti ragazzi di una generazione intera a cui è negato il futuro a causa delle politiche di smantellamento del mercato di lavoro e del welfare portate avanti senza distinzioni da coalizioni di centrodestra e di centrosinistra.
Noi non ci stiamo. Presidente Musumeci, l’emigrazione giovanile è un problema serio: fuori dai palazzi i giovani siciliani si stanno organizzando per risposte strutturali, dei provvedimenti spot non sappiamo che farcene!
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