Lunedi a Palermo centinaia di disoccupati e disoccupate sono scese in piazza a difesa del Reddito di cittadinanza. In apertura del corteo uno striscione con su scritto “Lavoro immediato o il reddito non si tocca”.
In Sicilia, da gennaio a ottobre 2022, secondo i dati Inps, ci sono stati 228.152 percettori del Rdc, il 17,7% del totale nazionale.
Secondo i dati dell’Agenzia nazionale politiche attive del lavoro, spiegano gli organizzatori dell’iniziativa, il 72% dei beneficiari del Rdc non ha occupazione, ma è tenuto alla sottoscrizione del patto per il lavoro. Solo il 9% risulta esonerato, escluso o rinviato ai servizi sociali. Se la riforma andrà in porto, oltre 650mila persone potrebbero perdere il sussidio. .
In corteo da piazza Marina c’erano disoccupati, studenti, esponenti politici del M5S e di UP. La manifestazione attraverso Corso Vittorio Emanuele, ha raggiunto piazza Indipendenza, tra i palazzi della politica regionale.
Contro la retorica dei cosiddetti “occupabili” ed il lavoro semischiavile e l’attacco a tutto campo del governo Meloni nei confronti dei più poveri.
“Non si può togliere il Reddito di cittadinanza, che negli ultimi anni ha consentito a tantissima gente di uscire dalla povertà, senza prima trovare delle soluzioni concrete” – dice uno dei manifestanti a Sicilia News – “In questi anni dai centri per l’impiego sono arrivate pochissime proposte di lavoro, spesso indegne. L’abolizione del reddito costringerà tantissima gente a tornare a lavorare per pochi euro, senza garanzie e senza contratto. Se ci tolgono il reddito vogliamo lavoro vero e non lavoro nero”.
In Italia 1 lavoratore su 4 è povero: significa che malgrado un impiego ce l’abbia stenta ad arrivare a fine mese. Soprattutto donne e giovani.
Ci sono contratti – perfettamente legali! – che prevedono paghe da 4€ l’ora! Più di 5 milioni di lavoratori e lavoratrici guadagnano meno di 10€ lordi l’ora. L’Italia è l’unico paese UE in cui il salario medio dal 1990 è diminuito e non aumentato (-2,9%).
“Secondo la destra mediatica, disoccupazione e povertà sono “scelte individuali di una massa di fannulloni, restii a impegnarsi, allergici al sacrificio e desiderosi solo di un posto non in poltrona ma su un divano” scrive Potere al Popolo in una nota, “il problema non è il reddito di cittadinanza ma i salari da fame”.
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