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A Catania forte partecipazione al presidio “4 novembre? Non è la nostra festa”

Forte partecipazione a Catania al presidio “4 novembre? Non è la nostra festa” indetto dall’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università.

Il presidio si è svolto in piazza Università, dando le spalle ad una lapide che riporta, con la firma del generale Diaz, il proclama della “vittoria italiana” nella prima guerra mondiale, lapide posta nella parete esterna del Municipio che da, appunto, su piazza Università.

Presenti al presidio gran parte dei rappresentanti delle organizzazioni che avevamo aderito all’iniziativa dell’Osservatorio; presenti anche delegazioni di organizzazioni non presenti fra le adesioni; presenti singol* cittadin* e parecchi giovani della comunità araba che vivono in città .

Gli interventi Usb al microfono

Al presidio per la USB Federazione di Catania rappresentanti del comparto del Pubblico Impiego e della Federazione del Sociale, presenze che hanno registrato tre interventi al microfono fra i tantissimi interventi:

– Orazio Vasta (responsabile provinciale di Asia Usb Catania), fra i primi intervenuti, ha iniziato evidenziando “la presenza costante nelle piazze di Catania mobilitate contro la guerra e a sostegno della Palestina del sindacalismo di base, di Cobas e Usb, e l’assenza costante del sindacato concertativo”.

Poi ha storicizzato in modo sintetico la carneficina della prima guerra mondiale evidenziando che “fra gli oltre 600.000 soldati morti con la divisa del regio esercito italiano almeno la metà erano proletari meridionali, sardi e siciliani che non capivano spesso neanche gli ordini degli ufficiali, in gran parte parlavano in francese” (…)

Il proletariato è la prima vittima delle guerre, la stessa cosa sta accadendo in queste ore nella terra palestinese di Gaza (…)”;

– Salvatore D’arrigo (referente del Pcl catanese e componente per la Fds etnea del Coordinamento regionale Usb Sicilia) ha letto al microfono l'”APPELLO LIBANO/ PALESTINA” del 1978, che porta, fra gli altri, le firme di Lelio Basso, Natalia Ginzburg, Dario Fo.

Un testo di una attualità impressionante: “Da sei giorni una marea di fuoco di inaudita ferocia è scatenata da Israele dal cielo, dal mare e da terra contro i popoli libanesi e palestinesi. Bombardamenti a tappeto…hanno ridotto a cumuli di macerie campi profughi e villaggi, seppellito gli abitanti e impedendo i soccorsi…“.

Il testo si conclude con l’appello a sostenere i libanesi e i palestinesi che “combattono e muoiono anche per noi. Non lasciamoli soli“;

– Dafne Anastasi (Usb Agenzia delle Entrate Catania), con la mano destra colorata di rosso:
Una mano rossa al cielo da Catania alla Palestina, rossa come quella delle 4000 mamme che hanno dovuto raccogliere i corpi dilaniati dei bambini palestinesi. Europa dove sei?
Diritto internazionale dove sei?
La vostra inerzia e incapacità non rappresenta la marea dei popoli che in tutto il mondo stanno chiedendo l’immediato cessate il fuoco in Palestina… Palestina Libera! Palestina Libera! Palestina Libera!“.

Accuse assurde al presidio: “non rispetta i caduti in guerra”

Fra i passanti in piazza Università e anche sui social commenti con accuse agli organizzatori di non avere rispetto per i caduti della prima guerra mondiale.

Su questi commenti la replica di Claudia Urzì ( responsabile Usb Scuola Catania e componente dell’ Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università): “Noi, proprio perché abbiamo il massimo rispetto per chi ha perso la vita nel corso del primo conflitto mondiale, pensiamo che la riflessione sul 4 Novembre debba indagare i fatti storici sottraendoli alla retorica militarista. Il nostro obiettivo è 
antitetico a quello del Governo: noi vogliamo “gettare” finalmente la guerra fuori dalla storia.

Ci sono dunque fondati motivi per evitare una ricostruzione storica tanto acritica  quanto appiattita sulla propaganda militarista odierna, o ancor peggio retorica e bellicista, di questo tragico periodo storico. Soprattutto oggi, in un mondo ancora attraversato da numerosi conflitti.

Nel contesto attuale, le celebrazioni del 4 novembre, Giornata dell’Unità nazionale e delle Forze armate, diventano, perciò, l’occasione per esaltare non  solo il passato bellicista, ma il presente sostegno alla guerra. ll processo di militarizzazione delle nostre scuole, già molto avanzato, cerca un appiglio nella storia passata attraverso l’esaltazione del 4 Novembre proprio nel momento in cui all’orizzonte si profila il terribile spettro di una guerra totale“.

La mobilitazione continua

La mobilitazione a Catania continua – annuncia Giuseppe Guglielmino (operaio, componente per la Fds etnea del Coordinamento regionale Usb Sicilia) – continua contro la guerra, ma senza dimenticare che i popoli oppressi, come il popolo palestinese, hanno il diritto di difendersi e di lottare per la propria autodeterminazione.

La mobilitazione continua a Catania, città a pochi chilometri dalla base NATO di Sigonella da dove decollano anche i droni che stanno aiutando lo stato sionista a massacrare gli abitanti Gaza. La mobilitazione continua, a giorni daremo informazioni sulle prossime iniziative che si terranno a Catania“.

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