La trappola de “La Tinaia” di Cascina, usata dai razzisti per fomentare l’odio delle popolazioni locali, chiudere i centri e legittimare l’espulsione dei migranti.
Venerdì 30 giugno, dopo mesi di sopportazione, i richiedenti asilo costretti a vivere presso il centro “La Tinaia” di Cascina sono scesi in strada, per evidenziare una situazione insopportabile: Sovraffollamento, servizi igienico sanitari insufficienti, acqua corrente inquinata, abbandono dell’area a verde circostante al caseggiato, mancanza di vestiario adeguato alla stagione calda, scarsa qualità dei pasti, ma soprattutto mancata assistenza medica per molti di loro, anche per casi gravi di malattia.
Una situazione venutasi a determinare a causa di diversi fattori, sia di carattere generale sia locale.
In generale siamo di fronte ad una crescente pressione dell’emergenza migratoria, causata dalla distruzione coloniale e militare dei paesi africani e medio orientali, che induce milioni di persone a fuggire dalle proprie terre. Senza una soluzione radicale, in grado di mettere la parola fine a queste politiche estere dell’Unione Europea contro i paesi a noi vicini, niente e nessuno potrà fermare questo flusso epocale di esseri umani verso le nostre coste.
A livello locale la macchina burocratica che gestisce il sistema dei centri di accoglienza inizia a fare acqua da tutte le parti, con la questura che tiene fermi per mesi – a volte anni – il rilascio della documentazione per la residenza dei migranti, la Prefettura che non trasmette le convenzioni di gestione dei centri ai Comuni, alcuni enti gestori che non rispettano elementari regole di funzionamento delle strutture, come nel caso della Tinaia.
In questa situazione si inserisce la speculazione dell’estrema destra xenofoba e razzista, che fomenta le popolazioni circostanti contro i richiedenti asilo, chiedendo la chiusura dei centri come la Tinaia e l’espulsione dal paese dei migranti. Lo si è visto di fronte alla Tinaia, con la sindaca di Cascina Ceccardi che si aggirava in mezzo ai migranti in presidio, accompagnata da alcuni sodali fuori e dentro il centro, rilasciando dichiarazioni per la sua chiusura.
L’Unione Sindacale di Base di Pisa, presente al presidio in sostegno dei migranti, chiede il rispetto di tutti i diritti all’interno di una struttura che deve rimanere aperta ma in condizioni igienico/sanitarie e di gestione completamente diverse dalle attuali.
Da oltre una settimana chiediamo, senza successo, un incontro con la Prefettura di Pisa per affrontare la situazione della Tinaia e di tutti i centri in situazioni simili, se non peggiori.
Ci auspichiamo che, dopo la manifestazione di stamane, si apra un tavolo di confronto che veda i migranti protagonisti, per affrontare e risolvere positivamente questo tipo di problematiche. L’alternativa sarà lo sviluppo del conflitto.
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