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Covid19, ennesima convenzione “privata” della Asl Toscana

Una ennesima esternalizzazione della Regione Toscana a danno del servizio sanitario pubblico. Caos sugli screening per coronavirus, 7 milioni di euro di esternalizzazioni.

Buttati al vento tanti tamponi da ripetere senza che ci sia un controllo.

Tutto questo grazie alle convenzioni effettuate dal BAROne del Gran Ducato Enrico Rossi e della sua ancella, l’assessora Stefania Saccardi, che sulla sanità pubblica, ora “parlano un gran bene” ma come sempre “razzolano male”! E gli affaristi del privato si sfregano le mani.

La salute è un diritto, non una merce!

La sanità deve essere pubblica!

Fa acqua da tutte le parti la recente convenzione tra azienda Usl Toscana Centro e Synlab Med Srl.

A seguire il Comunicato Rsu Cobas P.I. Usl Toscana Centro

Comitato 21 marzo

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Fa acqua da tutte le parti la recente convenzione tra Azienda toscana Centro Synlab Med Srl per l’esecuzione di esami di laboratorio – medicina molecolare – per l’accertamento diagnostico Covid-19 (screening per Covid) per un valore di 7 milioni di euro vedi delibera direttore generale Usl Toscana centro 404 del 27.03.2020

Come COBAS avevamo criticato l’inopportunità di tale scelta a partire dal fatto che proprio la USL Toscana Centro avesse 4 Laboratori di Patologia clinica in grado di fare biologia molecolare per competenze e professionalità presenti.
Al momento di questo BUSINESS stavano i laboratori operando a regime ridotto, a causa del forte ridimensionamento dei punti prelievi territoriali, delle attività ordinarie e stavano riorganizzando una rete di servizi.
Una ennesima esternalizzazione avvenuta a danno del servizio sanitario pubblico di cui nessuno né comprendeva l’effettiva necessità.

Questa ulteriore regalia al privato da parte Della Direzione Generale era stata fatta utilizzando il cosiddetto Decreto Cura Italia (art 3 DL 18 del 17.3.2020) il quale consentiva alle aziende, al fine di fronteggiare l’emergenza sanitaria legata al COVID-19 di poter acquistare ulteriori prestazioni sanitarie dai soggetti accreditati, in deroga ai limiti di spesa regionali, al fine di INCREMENTARE E VELOCIZZARE gli accertamenti diagnostici COVID-19 attivando screening per cercare di contenere così gli effetti negativi che tale emergenza sanitaria stava producendo anche sul territorio regionale.

La MILIONARIA convenzione era tenuta a realizzare l’esecuzione del test di biologia molecolare con tecnologia Real-Time PCR, necessario per dare inizio allo screening

Gli esami dovevano essere effettuati esclusivamente sui campioni consegnati dall’Azienda alla struttura, la quale era tenuta a garantire la refertazione (per 7gg la settimana in orario giornaliero 7:00 – 24:00) entro un massimo di 4-8 ore dal momento di arrivo dei campioni in laboratorio e con identificazione mediante timbro e firma del professionista che ha effettuato la prestazione. La struttura inoltre era tenuta a garantire, altresì, la fornitura del kit necessario per il test e il ritiro dei tamponi nei giorni, orari e sedi aziendali con modalità concordate con la USL.

La tariffa per accertamento diagnostico COVID-19, omnicomprensiva di tutti i servizi correlati (fornitura del kit presso sedi aziendali, ritiro dei campioni, idoneo trasporto dei kit e campioni, installazione e manutenzione dell’eventuale sw di accettazione, invio dei referti), era stata concordata in € 50,00/cadauno, esente IVA, fino ad un numero massimo di 2.000 esami al giorno.

Ma in realtà cosa sta succedendo?
I referti non garantisco la tempistica dettata dalla convenzione, i risultati degli esami in alcuni casi si sono dimostrati inattendibili creando notevoli danni ai lavoratori, ai propri congiunti e famiglie. La stessa terminologia utilizzata dalla Synlab non è chiara es: “debolmente rilevato” in questo caso l’operatore è costretto a rifare il test, oppure c’è il caso più eclatante quando l’operatore viene dato per positivo e poi a un controllo successivo fatto in un altro laboratorio risulta negativo.

E qui c’è il dramma perché la positività fa scattare l’isolamento funzionale, indagini epidemiologiche e soprattutto grandi tragedie personali e familiari. Ma c’è qualcuno in azienda che si sta accorgendo cosa sta accadendo ai lavoratori e ai pazienti? Registriamo persino l casi di pazienti negativizzati dal COVID, che dopo il secondo tampone negativo ne vedono arrivare un terzo positivo: ALLUCINANTE!

Chi è che controlla la qualità degli esami effettuati dalla Synlab, dato che questi vengono ripetuti dalla stessa e in più costringono una verifica successiva anche da parte della microbiologia di Careggi?

Inoltre non è dato sapere se gli esami ripetuti dalla Synlab hanno un costo aggiuntivo o no e quanto costano quelli fatti a Careggi.

Quindi la campagna milionaria di screening inaugurata dalla costosa esternalizzazione poche settimane fa si sta dimostrando un vero fallimento e un ulteriore stress per i lavoratori che dovrebbero beneficiare delle tutele sulla sicurezza e la salute e invece no.

MONTA LA RABBIA E LE PROTESTE DA PARTE DEI LAVORATORI!!!!

Come COBAS P.I. chiediamo l’attivazione immediata di una commissione di indagine per accertare eventuali disfunzioni e incapacità gestionali, la verifica sul rispetto della convenzione, un immediato controllo sulla qualità dei test, l’accertamento di responsabilità personali e professionali e soprattutto una azione risarcitoria verso le decine e decine di persone e famiglie coinvolte, se questa esternalizzazione si rivelasse fallace oltreché inutile.

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