La mera accusa di aver scritto con la bomboletta di “fare come la Francia” è costata una perquisizione, il sequestro di computer e telefonino, e l’apertura di un procedimento contro un giovane attivista di Potere al Popolo di Siena.
La sproporzione tra le misure repressive adottate da magistratura e Digos e il presunto fatto addebitato al ragazzo, è indicativo del significato meramente intimidatorio dell’iniziativa.
Che Tribunali e Digos di provincia abbiano poco da fare è noto, che cerchino di riempire i tempi morti prendendo di mira i giovani che fanno attività politica sarebbe ridicolo se non fosse lo specchio dei tempi.
In realtà hanno paura che i giovani prendano coscienza e si attivino perché consapevoli che alle nuove generazioni hanno poco da offrire come prospettiva, ragione per cui si sceglie la strada dell’intimidazione – anche con misure sproporzionate – per mandare un segnale.
Come Potere al Popolo esprimiamo la nostra solidarietà al compagno e siamo convinti che tentativi di intimidazione poliziesca come questo non otterranno alcun risultato.
Ai giovani e agli studenti vanno date risposte concrete sul piano del diritto allo studio, del reddito, del futuro, e non perquisizioni all’alba.
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Pasquale
E evidente che in Italia il sistema si sta attrezzando perché hanno una paura matta che i giovani prendano atto che siamo governati da un sistema neoliberale fascista strisciante!! Sono in sintonia con caccapaund!