Menu

Milano. Contestata la Louis Vuitton, “supporta il genocidio in Palestina!

Nella giornata dell’8 marzo, prima di dirigerci al corteo cittadino, siamo sotto le vetrine luccicanti di Louis Vuitton per segnalare un caso esemplare del doppio standard occidentale che strumentalizza le lotte delle donne simulando un’immagine progressista sui media e vantandosi della propria inclusività verso donne, soggettività lgbtq+ e persone razzializzate per fare marketing mentre con l’altra mano investe milioni in aziende israeliane complici dello sterminio di un popolo; sterminio che ha già prodotto 30.000 vittime di cui 21.000 tra donne e bambini.

È inaccettabile che chi continua a intrattenere rapporti con Israele e a finanziare di fatto questo genocidio continui a fare profitti indisturbato nel nostro paese, oltretutto ammantandosi di progressismo, così come è inaccettabile che le forze politiche presenti nel nostro parlamento non abbiano adottato misure per sanzionare israele per rompere ogni accordo e costringere Israele e a fermare il genocidio; anzi, proprio pochi giorni fa il parlamento, da Fratelli d’italia al PD, ha votato il coinvolgimento del nostro paese nella missione di guerra in Mar Rosso, che vuole colpire il popolo dello Yemen perche ha messo in atto azioni di sabotaggio colpendo Israele nei suoi interessi economici.

Restituiamo all’8 marzo il valore conflittuale e di emancipazione che ha fin da quel 8 marzo 1917 nel quale le donne in Russia si sono sollevate contro il regime zarista e sono state brutalmente represse.

Attualizziamo questa data simbolica schierandoci dalla parte delle donne palestinesi che ancora oggi rappresentano un esempio rivoluzionario e, lungi dall’essere vittime di una società retrograda come le rappresenta la propaganda occidentale, hanno avuto da sempre un ruolo di primo piano nella lotta di liberazione palestinese.

Restituiamo all’8 marzo il valore conflittuale e di emancipazione,l che essa ha fin da quel 8 marzo 1917 nel quale le donne in Russia si sono sollevate contro il regime zarista e sono state brutalmente represse.

Attualizziamo questa data simbolica schierandoci dalla parte delle donne palestinesi che ancora oggi rappresentano un esempio rivoluzionario e, lungi dall’essere vittime di una società retrograda come le rappresenta la propaganda occidentale, hanno avuto da sempre un ruolo di primo piano nella lotta di liberazione palestinese.

Ricordiamo che questo sistema produce violenza e precarietà al proprio interno, violando diritti alla casa al lavoro alla salute mentre esporta guerra e devastazione all’esterno. Chi porta avanti questo modello di sviluppo come le donne al governo e quelle del centrosinistra non ci rappresentano.

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *