Gli ospedali toscani sono al collasso, con file di ambulanze fuori dai pronto-soccorso, operazioni importanti e analisi diagnostiche non covid rimandate a chissà quando, terapie intensive e sub intensive pericolosamente sature, operatori sanitari sottoposti a circolari contraddittorie.
Una situazione che non è frutto di un caso, ma dell’inadeguatezza delle misure prese da una classe dirigente supina a Confindustria e alla sanità privata, che non ha saputo mettere in campo una risposta pubblica alla seconda ondata, tramite tracciamento, isolamento e trattamento dei casi positivi. Una politica che per ora non si è tradotta in una catastrofe sociale, ma i cui costi il governo si prepara a scaricare sulle classi popolari in ottemperanza alle indicazioni dell’Unione Europea.
Di chi è la colpa?
Regionalizzazione, tagli a finanziamenti e personale, mancanza di pianificazione hanno portato allo smantellamento della sanità pubblica. La centralizzazione operata dalla riforma del 2015 ha indebolito la sanità territoriale, che ci avrebbe permesso di tenere a bada il virus. Ciò si è accompagnato alla precarizzazione di medici, infermieri, operatori sanitari, innalzati ad eroi ma ignorati nelle loro richieste sindacali.
Questo rende necessario intervenire sia sul lavoro sia sulla sanità per superare questo momento difficile. Come Potere al Popolo! Toscana il 14 novembre lanciamo una campagna su questi temi, per dare una spinta al cambiamento che vogliamo imprimere a questa società.
Che fare? Per tutelare la salute e gli interessi di tutta la collettività dobbiamo rivendicare con forza:
NELL’IMMEDIATO
o Lockdown regionale con stop delle attività non essenziali, con garanzia del reddito per tutti e tutte.
o Patrimoniale sui super ricchi per finanziare un vero reddito di emergenza per tutti coloro che perderanno il proprio.
NEL FRATTEMPO
o Assunzione di medici e personale sanitario, a partire dallo scorrimento delle graduatorie esistenti, dalla stabilizzazione dei precari e da figure specialistiche oggi carenti;
o Estensione dell’orario di apertura al pubblico dei servizi di specialistica ambulatoriale e scorrimento delle liste di attesa;
o Organizzazione di spazi e strumenti – anche tramite requisizione – per sottoporre a test affidabili la popolazione della regione con controlli a tappeto. Attuazione immediata del “piano Crisanti” e obbligo di fornitura di tamponi a coloro in possesso della ricetta medica per i laboratori privati;
o Individuazione di spazi e strutture per garantire l’istruzione scolastica tramite una mappatura del patrimonio immobiliare nelle mani di Regione, Province e Comuni;
o Potenziamento del trasporto pubblico, attraverso assunzioni e riparazione/acquisto dei mezzi necessari, ed eventualmente contrattualizzando l’uso dei bus turistici;
o Piano straordinario per il lavoro, riduzione dell’orario a parità di salario, fine del blocco del turn over nella sanità e nelle pubbliche amministrazioni;
o Reinternalizzazione dei lavoratori dei servizi essenziali, a partire da quelli sanitari;
Di fronte all’enorme sofferenza sociale creata dalla crisi economica e dalla pandemia, nessuno deve essere lasciato solo. Non è più rimandabile la scelta tra il foraggiare la sanità privata, il “si salvi chi può”, l’interesse egoistico, e la sanità pubblica, la pianificazione di una risposta comune, la solidarietà. Tra la barbarie del capitalismo di oggi e un nuovo socialismo del XXI secolo.
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