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Una bandiera palestinese sventola sulla torre di Pisa

Verso una campagna nazionale di boicottaggio di Israele

Al termine della manifestazione studentesca per la Palestina che ha attraversato il centro storico di Pisa gli studenti, insieme a tanti altri solidali che hanno ingrossato le fila del corteo, sono riusciti ad entrare – dopo una rude trattativa con le forze dell’ordine e il personale addetto –  nella scala a chiocciola della torre di Pisa, per portare la bandiera palestinese al culmine di uno dei più famosi monumenti del mondo.

Un segnale importante di solidarietà attiva, dopo oltre un mese di manifestazioni in sostegno alla resistenza palestinese e in solidarietà a popolazioni martoriate da un vero e proprio genocidio in diretta TV.

Il tentativo di mettere in sordina la lotta al fianco dei palestinesi – perpetrato da quasi tutti i mass media, che oramai parlano della agghiacciante aggressione sionista nelle pagine interne con piccoli richiami in prima – viene ridotto a zero dalla determinazione di chi continua invece a caratterizzare le proprie iniziative sul tema, come in questo caso gli studenti, che giustamente hanno posto in primo piano l’impegno internazionalista mettendo rispetto alla pur scottante questione di un diritto, quello allo studio, demolito da una classe politica bipartisan che tecnicizza e privatizza sempre più la trasmissione del sapere, in funzione di un sistema produttivo che sta portando l’economia e il pianeta alla catastrofe.

Un dato, questo della caratterizzazione delle manifestazioni in corso nel paese, che invece non ha interessato assolutamente lo sciopero e i cortei di CGIL e UIL, nelle quali non una bandiera palestinese e’ stata esposta, nonostante la pressante richiesta dei sindacati palestinesi di scendere in piazza per fermare la mano assassina di Israele. 

Ben altro atteggiamento da parte dell’Unione Sindacale di Base che, dopo il blocco della banchina israeliana ZVI a Genova dello scorso 10.11, ha promosso un presidio / corteo all’aeroporto di Pisa, da dove partono quotidianamente armi verso gli scenari di guerra, sempre verso l’Ucraina e probabilmente oggi verso Israele, attraverso i due depositi classificati che la base USA di camp Darby ha nello stato sionista.

Le mobilitazioni di questi giorni confermano l’urgenza di strutturare la solidarietà al fianco del popolo e della resistenza palestinese, per organizzare la quale e’ stata organizzata l’assemblea nazionale di domenica 19 novembre a Roma da un ampio arco di forze solidali.

I prossimi mesi saranno cruciali per il popolo palestinese e per gli assetti dell’intero Medio Oriente.

E’ possibile un forte ridimensionamento del dominio genocida sionista in tutta l’area. Molto dipenderà dalla capacità di resistenza della guerriglia palestinese, unita in questi momenti tragici per tentare di fermare il massacro.

La solidarietà internazionalista ed antimperialista con la loro resistenza e’ un’arma potente. 

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